Rifondazione comunista: "Basta parole, servono fatti sulle cave di Carrara"

Rifondazione comunista critica la politica locale per la sua presunta ignoranza sulle problematiche legate all'estrazione di marmo a Carrara, evidenziata da Report. Chiede chiarezza agli amministratori presenti alle proteste e sostiene la necessità di un cambiamento etico nel settore.

Rifondazione comunista

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Rifondazione comunista interviene nel dibattito sull’estrazione suscitato dalla trasmissione di Rai 3 Report per dire "basta, ora servono i fatti". "Scendere in piazza in una manifestazione sorta sulle immagini e parole della trasmissione Report non lascia più alibi. Vedere tra i manifestanti assessori regionali e amministratori locali ci pone subito domande – proseguono da Rifondazione –, davvero questa politica prende atto solo oggi del modello sistema cave mostrato nelle case degli italiani dalla trasmissione Report? Nessuno di loro era a conoscenza dei danni ambientali, della ricchezza prodotta dalle aziende e non distribuita, dei morti sul lavoro e delle condizioni ‘padronali’ a cui sono sottoposti i lavoratori? Le denunce fatte in questi decenni da ambientalisti, attivisti, stampa locale ed internazionale erano per loro falsità, che oggi invece trovano conferma nelle immagini di Report e nell’arroganza delle parole di un padrone milionario?" "Quando Giani, presidente della Regione Toscana, dichiarò che voleva trasferire le regole delle cave del bacino di Carrara alle cave dentro il Parco delle Apuane – concludono da Rifondazione –, non abbiamo sentito risposte ufficiali da parte di quegli amministratori che erano in piazza a protestare: condividono quelle parole o le considerano, alla luce della trasmissione Report, un’aberrazione? La presenza in quella manifestazione richiede un’immediata risposta, per non trasformare quella presenza in una ridicola passarella. Come Rifondazione comunista abbiamo apprezzato la presa di posizione di Fhp. Se l’etica delle amministrazioni locali, della Regione, della Provincia, non corrisponde con l’etica di Franchi e di una Confindustria che anche in questi giorni si lava pilatescamente le mani, allora occorrerebbe avere la schiena dritta, come ha avuto Fhp, e rinunciare a qualsiasi rapporto non amministrativo con quel mondo".