"Questa è casa mia. Mai smettere di sognare"

Tante emozione per Federico Bernardeschi che ieri mattina ha ricevuto dal consiglio conunale l’alta benemerenza civica

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di Claudio Laudanna

Abito scuro, camicia bianca, solo la moglie con la bambina più grande e i parenti stretti al seguito e un’emozione che traspariva chiara in ogni parola, in ogni movimento e dietro a degli occhi forse persino un po’ lucidi. Federico Bernardeschi, il calciatore famoso, il campione d’Europa, l’attaccante della Juventus ieri ha ricevuto dal consiglio comunale l’alta benemerenza civica, ma del personaggio da rivista patinata in aula non ce n’era traccia. Davanti ai rappresentanti della propria città c’era un uomo di 27 anni, un padre consapevole di avere in quanto personaggio pubblico oneri e onori e che ha voluto ringraziare a cuore aperto tutti coloro che lo hanno tifato ed omaggiato in questi giorni passati con il piede sull’acceleratore, fuori e dentro il campo da gioco. "Grazie, questa è casa mia – ha detto Bernardeschi dopo che il consiglio con una salva di applausi aveva approvato l’alta benemernza –. Per me è un’emozione grande essere qui e lo è per il modo in cui questa città ha sempre fatto sentire me e anche mia moglie. Questo riconoscimento è qualcosa che va al di là dei meriti sportivi. Io so che come personaggio pubblico sono sempre sotto i riflettori e sono un esempio per i più giovani. Per me tutto ciò è importantissimo ed è una grande responsabilità perché i valori umani vengno prima di tutto, io cerco di fare sempre del mio meglio e per questo dico ai bambini di non smettere mai di sognare. Nella vita ci sono sempre delle difficoltà, ma non bisogna mai abbattersi perché ognuno di noi ha la propria strada e deve capire solo quale sia". A margine della cerimonia ufficiale il campione azzurro ha poi avuto modo di parlare di Juventus, Europei e futuro, ma è poi voluto ritornare ancora una volta sull’accoglienza che gli ha tributato Carrara, dal giorno del suo matrimonio fino alla cena che ha avuto poche sere fa al campetto della Perticata. "Quello che è successo davanti al Duomo è stato memorabile – ha detto bernardeschi –. Tornare a casa e vedere la gioia dei bambini è stato qualcosa di unico come l’accoglienza che abbiamo ricevuto in questi giorni. Rientrare poi alla Perticata da campione d’Europa è stato davvero speciale perché è lì che ho tirato il mio primo calcio a un pallone".

Prima della consegna della targa e dei saluti di rito erano stati invece il presidente del consiglio Michele Palma e il sindaco Francesco De Pasquale a ricordare i motivi per cui Bernardeschi è stato insignito della benemerenza che prima di lui era andata, tra gli altri, anche a Francesco Gabbani e Gianluigi Buffon. E’ toccato a Palma leggere la motivazione del riconoscimento che ricorda come, tra l’altro, il calciatore abbia "recato prestigio a Carrara, manifestando sempre con orgoglio l’affetto e il suo legame con la città". Sentimenti che ha rimarcato anche il primo cittadino. "Carrara e Gederico – ha detto de Pasquale – sono un binomio unico. Al di là dei meriti sportivi, questo è un riconoscimento alla persona di Bernardeschi".