"Quello studente ribelle ci ha donato la libertà"

Ieri mattina l’omaggio al partigiano Minuto, morto a 18 anni in un agguato nel ’44

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Un mazzo di fiori, gonfaloni e tanta commozione nel ricordare Giuseppe Minuto, il diciottenne studente partigiano ucciso dai fascisti il 31 luglio 1944 durante un’azione contro i tedeschi e la guardia repubblicana nei pressi del carcere di Massa. "Non vogliamo commemorare niente e nessuno – ha detto nel suo intervento Dino Oliviero Bigini, presidente onorario dell’Anpi, che ha ringraziato il sindaco Francesco Persiani per la sua presenza -. E’ difficile commemorare un ragazzo. Un ragazzo che come me era cresciuto nella palude del fascismo. Nelle strade si leggeva "credere obbedire combattere". Questa era la cultura di disinformazione in cui siamo cresciuti. Eravamo amorfi, comandati. È sorta la ribellione quando il re è scappato perchè avevano paura di annunciare al popolo italiano l’armistizio".

Ed è stata quella la scintilla della ribellione: "I giovani cominciarono a capire e iniziò così la resistenza, diventarono ribelli al sistema. E’ sorto così il movimento partigiano. Tanti giovani hanno pagato. Cosa diciamo a questo ragazzo morto in un agguato? Si era creata la condizione di avere del materiale che era depositato nel carcere di Massa e quindi c’era l’impegno di entrare e prendere il materiale, come già era stato fatto. Ci fu una spia e il gruppo venne attaccato. E oggi celebriamo un caro ragazzo che aveva 18 anni. Questa è la risposta del popolo italiano, di quei ragazzi come me e come Giuseppe, cresciuti nella falsa cultura ma che nelle bugie hanno saputo raccogliere la verità e portare avanti l’umanità, un passo avanti del nostro Paese con la Costituzione, vangelo tradotto in politica".

Il sindaco ha ringraziato Bigini, la presidente Elena Emma Cordoni e l’Anpi, i gonfaloni e la famiglia Minuto. "Tra le cose che condividiamo – ha commentato - sicuramente vi è quella che questa è una terra di libertà e di lotta verso l’oppressore. Ragazzi come Minuto vanno ricordati perchè si sono immolati per questa causa. Le istituzioni democratiche, nel tempo, hanno dimostrato di essere solide e di saper guardare avanti. Se esiste una repubblica italiana fondata sulla democrazia e sui diritti lo dobbiamo a noi italiani che abbiamo lottato per essere oggi qui, in questa piazza rinnovata e in questo luogo che ha avuto il prestigio che meritava, mantenendo la sua originalità. Credo che la nostra città abbia bisogno di uno spirito di unione per uno sguardo verso il futuro, verso le nuove generazioni". Giuliano Minuto ha scoperto la targa con l’immagine riferita all’ inaugurazione del monumento, realizzato dal Conte Gio’, il 1 agosto 1964 alla presenza del comandante Vico, del padre di Giuseppe e del comandante Sergio.

Angela Maria Fruzzetti