di Francesco Scolaro
"La cura del verde non deve più essere vista come una voce passiva nei bilanci ma attiva perché migliora la vivibilità, il paesaggio, il valore degli immobili e delle città. Non è una zavorra per le comunità ma strumento di crescita". Ne è certa l’agronoma Marta Buffoni che analizza da esperta quanto accaduto nelle ultime ore in tutta Italia e nella provincia apuana in particolare dove il maltempo ha flagellato dalla costa all’entroterra abbattendo centinaia di piante ad alto fusto, con danni diffusi un po’ ovunque. L’evento eccezionale è innegabile, raffiche di vento fino a 140 chilometri orari non si abbattono tutti i giorni sul nostro territorio. Ma è anche innegabile che tanti alberi della città siano ormai molto vecchi.
"Abbiamo un patrimonio arboreo vecchio e su quello ci si può fare poco, tante piante a fine ciclo vitale che negli anni sono state gestite poco. Non è facile sostituire tutte le piante della città. I Comuni si stanno attrezzando, con i censimenti, il regolamento del verde ma ci vogliono anni per una gestione oculata senza dimenticare che nella fascia litoranea c’è anche il vincolo paesaggistico che incide su tutti i processi di sostituzione".
Tanti problemi a più livelli che si sovrappongono e danno vita a una situazione difficile da gestire. Senza dimenticare che, come ricorda Buffoni, l’attenzione e la cura per il verde, quello urbano soprattutto, sono pratiche ‘giovani’ che hanno attecchito nell’amministrazione della cosa pubblica circa 20 anni fa. Un territorio che inoltre presenta varie fasce: "Quella litoranea dove l’urbanizzazione si è insediata nelle aree di pinete rimaste residuali in mezzo agli edifici. Negli anni ’50 e ’60 poi era uso mettere piante di grandi dimensioni in mezzo a strade che non erano progettate per il traffico di oggi". E la scarsa manutenzione? "Ci sono casi ma è talmente rischioso non farla per i Comuni che è quasi inevitabile. Poi c’è la questione dei costi, nessun Comune ha le risorse sufficienti per fare una manutenzione puntuale tutti gli anni".
Censimento arboreo e regolamento del verde sono strumenti importanti, i Comuni di Massa e Carrara hanno iniziato a lavorarci in tempi non sospetti e andrebbero aggiornati. Ma la terza fase, quella più importante, è quella invece del Piano del verde: "E’ il terzo step più importante indicato nelle linee guida nazionali per pianificare le sostituzioni del verde pubblico, le manutenzioni non ordinarie. A volte bisogna sostituire interi viali alberati perché la manutenzione non basta più. Le piante hanno un ciclo biologico che a un certo punto finisce e non si può pensare che sia un monumento da restaurare all’infinito: va sostituita anche se non è morta ma presenta troppi problemi sicurezza. Ma il Piano del verde lo hanno pochissimi comuni".