Piano integrato sempre più verde Il Parco delle Apuane chiude le cave

Stop a quelle di Focolaccia, Borrella e Colubraia, più due a Casola. "Sono ad alta incidenza impattante"

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di Francesco Scolaro

Il Parco delle Alpi Apuane tinge le sue mappe sempre più di ‘verde’: aumentano le zone tutelate e scompaiono tanti buchi stile gruviera chiamati aree contigua di cava, ‘riserve’ per gli imprenditori del lapideo. Addio alla Cava Focolaccia a 1.650 metri di altezza, tra il Monte Cavallo e il Monte Tambura, sul fronte massese, e pure su quello di Minucciano. Addio a cava Borrella e a cava Colubraia nel comune di Vagli Sotto. Stop per sempre anche a due cave nel Comune di Casola in Lunigiana. Tessere del domino che cadono a terra una dopo l’altra per disegnare il Parco del futuro. La bozza del Piano integrato è stata inviata ieri a sindaci e presidenti di Provincia della Comunità del Parco: hanno 15 giorni per presentare osservazioni. Ci sono alcuni punti fermi su cui il presidente Alberto Putamorsi non ha alcuna intenzione di cedere il passo, forte del sostegno del consiglio direttivo: "Non c’è alcuna azione punitiva nei confronti del mondo del lapideo e di chi ci lavora – dice – nessuna chiusura burocratica. Vengono stralciate le aree ad alta incidenza impattante sull’ambiente. Per la prima volta dopo tanti anni dalla nascita il Parco delle Alpi Apuane ha un suo piano che riguarda anche le aree contigue di cava. E rispetto a quando è nato ne andiamo a togliere il 58% circa".

Una svolta epocale. Come ci si è arrivati? Soltanto poche settimane fa i sindaci avevano chiesto di stralciare le aree contigue dal Piano del Parco…

"Abbiamo portato avanti una concertazione con i sindaci, grazie anche al prezioso lavoro dei professionisti coordinati dall’architetto Fabrizio Cinquini e agli uffici del Parco che dopo un anno e mezzo di lavoro hanno consegnato il 22 luglio la bozza. Potranno esserci modifiche non sostanziali ma il senso resta".

Come si concilia con i Piani attuativi dei bacini estrattivi redatti dai Comuni?

"Abbiamo salvato il più possibile i Pabe adottati e abbiamo tenuto conto anche di quelli già approvati. Ma in questi mesi il team di professionisti ha analizzato palmo a palmo tutta l’area Parco, le emergenze naturali e le caratteristiche giacimentologiche. Sono state studiate le realtà territoriali, le interconnessioni con le sorgenti. Alla fine abbiamo stralciato le aree impattanti. Abbiamo ascoltato tutti ma non siamo stati proni a nessuno, solo a quello che era l’interesse del territorio. Un lavoro storico".

La bozza è allo studio dei sindaci ma ci sono elementi da cui non si torna indietro?

"Non sono trattabili Cava Focolaccia, due cave a Casola quelle ai piedi del Pizzo d’Uccello, Cava Borrella, Cava Colubraia perché invade la via Vandelli. Restano salvi i diritti acquisiti: dove c’è una cava attiva, si prosegue fino alla fine delle autorizzazioni legate alla Pronuncia di compatibilità ambientale del Parco, massimo 5 anni".

Nessuno scontro?

"Con quasi tutti i sindaci abbiamo trovato una mediazione. L’unico ostacolo lo ha posto il Comune di Massa dove esistono ancora punti di vista divergenti. Solo due giorni fa l’assessore Paolo Balloni insisteva per tenere aperta l’area contigua di cava alla Focolaccia (qui i Pabe in fase di adozione del Comune prevedono di riattivare l’escavazione, ndr). Intendeva scavarci sotto partendo da Minucciano ma il problema non si pone: non si scava più neanche dall’altro lato. Poi volevano inserire in area contigua l’Oasi del Tritone sotto cava Valsora, da noi deperimetrata già tempo fa anche a seguito di una delibera di consiglio comunale di Massa, pretendendo poi di rimuoverla loro all’interno dei Pabe. Allora la togliamo noi e basta".

La chiusura della Focolaccia a Minucciano avrà scatenato il caos...

"Ho trovato una mediazione. Proseguono fino a quando hanno la Pca. Poi se vogliono continuare, lo fanno di anno in anno per un massimo di altri 5 anni e per le quantità già autorizzate a oggi, portando via un 20% di ravaneto all’anno. Se non riescono a rimuoverlo tutto, in parte sarà sistemato".

Nessun arretramento?

"L’unico che facciamo è di alcuni confini a Massa, su richiesta del Comune, verso la montagna per allontanarci dai centri abitati e permettere la caccia ai cinghiali. Contiamo di approvare e mandare in Regione il piano ai primi giorni di novembre".