"Otto mesi per una visita A 230 chilometri da casa". L’odissea di un lunigianese

Il sindaco Mastrini: "Dimostrazione di totale caos"

"Otto mesi per una visita  A 230 chilometri da casa". L’odissea di un lunigianese

"Otto mesi per una visita A 230 chilometri da casa". L’odissea di un lunigianese

Un’ecografia alla spalla? Venga fra 8 mesi a 230 chilometri da casa Un giovane lunigianese si è recato al Cup dell’ospedale di Fivizzano per prenotare un’ ecografia alla spalla. La risposta dello sportello è stata negativa, perché la prestazione non è più erogata al presidio locale e all’ospedale di Pontremoli le liste d’attesa non consentono nemmeno la calendarizzazione della prestazione sanitaria. L’opzione offerta dal Cup era un appuntamento a Siena il 10 ottobre dell’anno in corso.

"Una situazione che dimostra il totale caos in cui si trova la nostra sanità e la totale disorganizzazione del settore - commenta il sindaco di Tresana Matteo Mastrini, che ha raccolto le lamentele del giovane paziente -. È di per sé sconcertante il fatto che il sistema offra l’opportunità di ricevere la prestazione a Siena, cioè a circa 230 km di distanza e 2 ore e 40 minuti di viaggio. Così come è sorprendente che non siano garantiti i tempi massimi per il servizio richiesto".

Il rispetto dei tempi di attesa andrebbe infatti garantito per tutte le prestazioni erogate dal Ssn e dalla sanità regionale pubblica. Ed è il motivo per cui il Ministero della Salute tiene sotto controllo particolare alcune prestazioni di specialistica ambulatoriale (69 in totale, divise in 14 visite e 55 esami strumentali) e altre in regime di ricovero (17 in totale) per garantire l’aderenza alle indicazioni di attesa massima.

"L’assessore regionale alla Sanità, Simone Bezzini, lo stesso che ha giustificato il taglio delle due ambulanze medicalizzate Mike in Lunigiana - prosegue il sindaco lunigianese - aveva proposto e fatto approvare alla giunta regionale, l’estate scorsa, i nuovi indirizzi sul governo della relazione tra domanda e offerta delle prestazioni sanitarie. La delibera, approvata nel il 21 luglio 2023, avrebbe dovuto garantire ai cittadini un adeguato accesso alle loro diagnosi e alla cura, contenendo la creazione di liste di attesa per chi, di quelle prestazioni, ha un urgente e reale bisogno".Gli indirizzi individuati però, ha quanto pare, non hanno consentito di riorientare il sistema e dare delle risposte alle criticità emerse negli ultimi anni.

N.B.