Ora il MudaC è pronto alle sfide del futuro

Barreca: "Inizia la storia della programmazione culturale del museo per accrescere e valorizzare lo straordinario patrimonio di Carrara"

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Un museo aperto al dialogo, che si mette a disposizione degli stimoli e delle interpretazioni della comunità e delle istanze della nuova amministrazione. È questa la definizione di MudaC, il Museo delle arti Carrara, secondo la sua direttrice Laura Barreca, che, dopo l’inaugurazione dello scorso 24 giugno e la collaborazione con il festival Con-Vivere, guarda al futuro puntando sulla valorizzazione e la promozione del patrimonio culturale della città.

"Adesso inizia la storia della programmazione culturale del museo – spiega Barreca –. MudaC rappresenta un organo per accrescere e valorizzare lo straordinario patrimonio culturale di Carrara. Gli incontri con il pubblico, come la visita guidata di sabato scorso in occasione di Con-Vivere, sono fondamentali per il dialogo con chi vuole apprezzare al meglio il museo. Da venerdì inizierà la nostra collaborazione con Studi Aperti, la manifestazione organizzata dall’associazione Oltre: proietteremo il video ‘Hands at work’, per sostenere il dialogo con la comunità e gli artisti. MudaC è un museo di comunità che attiva patti di collaborazione e diventa interlocutore per tutti".

E nei quattro giorni di festival sono stati tanti gli apprezzamenti all’allestimento e alle opere arrivati da alcuni volti noti della cultura italiana che hanno visitato gli spazi di via Canal del Rio, come Carlo Birrozzi, direttore dell’Iccd (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) del Ministero della Cultura, Davide Dal Sasso, assegnista di ricerca del dipartimento di Filosofia e Scienze dell’educazione dell’Università di Torino, Pierpaolo Forte, ordinario di Diritto amministrativo all’Università del Sannio e membro del Cda del Parco archeologico di Pompei e Vincenzo Trione, preside della facoltà di Arti alla Iulm di Milano.

"Sono tre gli aspetti che risaltano in questo museo – sottolinea Dal Sasso –. La qualità e il fascino, e ciò non è scontato: da fuori si ha una percezione diversa mentre all’interno si scoprono gli spazi. Le scelte e l’organizzazione delle opere, poi, mettono in risalto i lavori degli artisti, andando anche incontro alle loro esigenze e coinvolgendo maggiormente lo spettatore. Infine la collezione – aggiunge –, che è molto prestigiosa e pone al centro artisti che si mettono in gioco con un materiale complesso come il marmo".

"Il MudaC – è invece il pensiero di Birrozzi – esprime l’arte in questo territorio con grande capacità e precisione, seguendo una narrazione nuova. L’allestimento funziona ed è molto legato al territorio, questo è il suo valore. Il marmo è il materiale dell’arte e noi dobbiamo interrogarci sul suo futuro".

Alessandro Salvetti