"No alla nuova questura nel Parco degli Ulivi". Un altro sit-in di protesta

Proteste a Massa contro la costruzione della nuova Questura nel Parco degli Ulivi. Sit-in organizzato dalle associazioni ambientaliste durante lo sciopero globale per il clima. Opposizione politica e petizione per salvaguardare l'area verde. Interrogazioni parlamentari e proposte alternative in corso.

Non si ferma la protesta contro il progetto della nuova Questura al Parco degli Ulivi e pochi giorni dopo la prima si prepara un altro sit-in venerdì alle 17 al grido di ‘Fuori le ruspe dal Parco degli Ulivi’, organizzato dalle associazioni ambientaliste nella giornata nazionale dello sciopero globale per il clima. "Chiediamo ad abitanti, associazioni, movimenti, comitati, rappresentanti politici, di partecipare con noi alla manifestazione, durante la quale ascolteremo e condivideremo idee e proposte, ribadendo il nostro no convinto alla infausta proposta di cementificazione del Parco degli Ulivi e alla gestione di un quartiere intero che necessiterebbe di vere politiche di rigenerazione ambientale e non di propaganda". "Le parole sono belle, ma i fatti sono quelli che contano" scrive il segretario provinciale di Noi Moderati Lorenzo Pascucci. E continua: "Alle proteste il parlamentare di Fratelli d’Italia Alessandro Amorese ha già risposto con un primo atto: un’interrogazione parlamentare a risposta scritta al ministro dell’Interno Piantedosi". E annuncia battaglia per proporre al sindaco una soluzione che permetta di avere una nuova Questura indubbiamente necessaria, in un’area adatta, salvaguardando il parco degli Ulivi".

Il presidente di Massa Città Nuova, Stefano Benedetti, ha firmato la petizione dei gruppi di opposizione, Polo Progressista, Pd e Massa è un’altra cosa. "Non possiamo permettere uno scempio del genere: quel polmone verde in un quartiere è di vitale importanza". La segretaria del Pd, Claudia Giuliani, chiede all’amministrazioni i motivi per cui non è andato in porto il trasferimento all’ex Banca d’Italia e le domande arriveranno al Governo con un’interrogazione dei parlamentari Simiani, Mauri e Furfaro: "Non è accettabile che un’area verde sia snaturata dal cemento. Del resto, prima che tutta la questione finisse nel porto delle nebbie, la scelta dell’ex sede della Banca d’Italia non solo era stata avallata da vari Governi, ma era stata anche finanziata – conclude Giuliani –. Sarebbe corretto che spiegassero perché invece vogliono costruirla in un parco pubblico".