"Niente medico e scuola Abbiamo solo la chiesa"

Gli abitanti raccontano la vita di Resceto: "Dipendiamo dai parenti e dal... bus. Per fare la spesa o commissioni bisogna andare a Massa. Ci sono solo tre corse"

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Ma com’è la vita a Resceto? Lo chiediamo a Lido Baldini, 85 anni, a sua moglie, Anna Turba, e alla nipote Greta Baldini, 13 anni, mettendo a confronto generazioni del passato e del futuro. Ci stanno aspettando, seduti sul muretto, all’ingresso del paese. "Si vive così, aspettando. A Resceto non c’è niente – racconta Anna -. Per fare la spesa dobbiamo scendere in città. Non c’è un medico, non c’è la scuola, manca tutto, anche la pulizia. Se abbiamo bisogno di qualcosa, dobbiamo rivolgerci a figli e nipoti. Ci sono tre corse del bus pubblico per raggiungere la città: alle 7, alle 13 e alle 18,30. Per una commissione dobbiamo restare a Massa tutta la mattina". Lido insiste sull’invasione di auto, la pulizia e l’antenna: "Paghiamo la linea fissa 50 euro e se viene un tuono salta, restiamo isolati. Possibile che in tanti anni nessuno si sia impegnato abbastanza per mettere un ripetitore per il cellulare?".

La vita a Resceto è tranquilla. "Qua sto bene – dice Greta –. Possiamo uscire, passeggiare, a contatto con la natura. Niente cellulari. Abbiamo la linea internet molto lenta e qualche difficoltà con la scuola, per la Dad, c’è stata e spesso ho preso appunti dalle amiche. Per andare in città devo ricorrere ai miei genitori, perchè c’è carenza di servizi". Gli under 18 a Resceto sono una decina. Pochi gli adolescenti che si incontrano in piazza o nell’unica strada del paese, senza cellulare in mano. Bisogna salire a mille metri per avere la connessione. Durante il lockdown i residenti non sono rimasti chiusi in casa ma hanno riscoperto il piacere di camminare nei sentieri dei boschi, sentendosi dei privilegiati nei confronti di chi lo ha vissuto chiuso in appartamento, in città.

Devozione. Resceto vive soprattutto delle feste religiose, molto sentite dai residenti particolarmente devoti alla Beata Vergine del Carmelo. La statua della Madonna è ancora esposta sul baldacchino, in chiesa, circondata da fiori in segno di grande devozione. E’ una statua lignea, con capelli veri che una donna donò come ex voto, rivolgendosi alla vergine per una grazia. Quest’anno è vestita d’azzurro e sono poche le donne del paese che hanno il privilegio di toccarla. Sono le cosiddette "vestitrici" che partecipano al sacro rito, a porte chiuse: un ruolo che passa di generazione in generazione. Anche quest’anno, a causa della pandemia, la tradizionale processione non ha avuto luogo ma la Beata Vergine ha ricevuto le attenzioni di sempre: ha indossato l’ultimo abito appositamente cucito e ricamato ed è stata esposta nel sagrato della chiesa dove don Ernesto Zucchini ha officiato la messa. Filiberto e Rosetta Baldini curano il giardino fiorito che la circonda: quando i fiori saranno appassiti, la Madonna verrà riposta nella sua teca.

La chiesa di Resceto risale al XVIII secolo e la presenza della Beata probabilmente potrebbe essere di quell’epoca, considerando che la prima Madonna vestita in Italia è datata 1562. La Madonna di Resceto ha un guardaroba articolato di quattro abiti completi, compreso l’intimo, così come il Bambino Gesù, vestito degli stessi tessuti. Le feste religiose sono quelle che uniscono il paese e adesso si aspetta il primo giovedì di agosto per festeggiare Sant’Antonio e il 31 agosto il Sacro Cuore. "Una volta erano belle feste, richiamavano tanta gente – raccontano –. Arrivavano i familiari, amici e parenti, i pastori dei monti e del piano. C’erano le processioni. Oggi restano le statue sacre dei santi".

Angela Maria Fruzzetti