L'infermiera simbolo della lotta al Covid nel mirino dell'odio no vax

Aveva criticato l'esiguità della multa per chi elude l'obbligo vaccinale, è finita nella gogna social. Ma c'è anche chi le offre la sua solidarietà

Martina Benedetti e il suo post

Martina Benedetti e il suo post

Massa, 8 gennaio 2021 - Da eroi a bersaglio dell'odio no vax. E' la sorte che capita a chiunque "osi" stigmatizzare l'antiscienza e difendere la lotta al Covid. Come per Martina Benedetti, una delle infermiere simbolo della prima ondata del Covid, quando la foto che la ritraeva con il volto segnato dalle ore di mascherina indossata senza sosta fece il giro del mondo diventando appunto simbolo dell'impegno del personale sanitario italiano.

Benedetti ieri si è "permessa" di criticare l'esiguità della cifra stabilita per la multa a chi evade l'obbligo di vaccino per gli ultracinquatenni ("100 euro, il prezzo della nostra salute, delle nostre vite, dei sacrifici che facciamo da due anni", esordiva il suo post). Per quelle parole oggi l'infermiera massese è finita nel mirino dell'odio no-vax sui social con un diluvio di offese: dall'invito a postare "l'estratto conto degli ultimi due, terribili, anni che ha passato" all'accusa di prendere "mazzette" dalle case farmaceutiche. C'è chi la invita ad "andare a fare la soubrette", chi l'accusa di "fare la bella vita" e chi sospetta che dietro alle sue prese di posizione ci sia la voglia di notorietà: "Un altro passo verso la casa del grande fratello", scrive un utente su Twitter.

Per molti Martina "si lagna" immotivatamente e una no-vax scrive a chiare lettere: "La mia vita vale più della tua. Punto". Il tutto condito da volgarità di ogni tipo.

Per l'infermiera però c'è anche la solidarietà di molti. Uno dei primi a scrivere della vicenda è stato il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta: "È donna. È giovane. È infermiera. Lavora in terapia intensiva Covid. Collabora con Gimbe. Dice cosa pensa sulla sanzione di 100 euro" e "diventa il bersaglio di no vax & affini con violenze verbali e sessiste irripetibili". "Tutta la mia solidarietà! Forza Martina", commenta in un tweet fra gli altri Raffaele Bruno, direttore dell'Unità operativa complessa Malattie infettive del Policlinico San Matteo di Pavia, lo specialista noto per aver curato il cosiddetto "paziente 1".