ANGELA MARIA FRUZZETTI
Cronaca

Lo scandalo della spiaggia ridotta a pietraia

Casone: è nella top ten dei disastri ambientali d’Italia. Guido Bonuccelli: "Devastata con soldi pubblici. E da 12mila presenze siamo scesi a 3mila"

 

Spiaggia ridotta a pietraia: "E’ stato considerato il decimo disastro ambientale d’ Italia – esordisce Guido Bonuccelli, titolare del camping "Casone" –. Qualche anno fa abbiamo partecipato ad un progetto di Legambiente per vedere se riuscivamo a recuperare quel tratto di litorale disastrato. Nella classifica siamo arrivati al 10° posto delle spiagge disastrate d’Italia. Non essendo tra i primi tre, non abbiamo ottenuto nulla ma il disastro rimane, sotto gli occhi di tutti". La via è Lungomare di Ponente, di fronte alle ex colonie, dall’ Istituto alberghiero fino alla Ugo Pisa, a picco su una discarica lambita da una mare cristallino. "E’ necessario ripristinare il pannello verticale che dalla strada vicino al chioschetto raggiunge la scogliera della vasca. Il mare porta la sabbia ma con l’entrata sbagliata, ad ogni mareggiata se la riporta via. Ripristinando il vecchio pennello, si potrebbe recuperare la sabbia ed evitare che sparisca quel poco che è rimasto. Per devastare questa zona sono stati spesi, in passato, parecchi soldi pubblici: oltre 200mila euro. Quando vedemmo i camion scaricare, pensavamo fosse sabbia e ghiaino per il ripascimento invece erano sassi che hanno riempito la vasca rendendo inaccessibile il mare. Il litorale del Casone è scomparso, non abbiamo nulla. Dietro la Fiorenzuola avevamo accessibilità, come campeggi, a 200 metri di spiaggia. Colpa di una cattiva gestione della cosa pubblica, sono rimasti per i campeggi 26 metri. Risultato: da 12 mila presenze sono sceso a 3 mila, se ci arrivo, quest’anno. Senza spiaggia, non si può lavorare. E non è giusto che muoiano le attività. Hanno portato la sabbia ovunque, ma qui non si è visto mai nessuno. Questo degrado ambientale va avanti da 18 anni a danno di tutta la comunità del Casone: tante attività hanno abbassato le serrande perchè qua si lavora con il turismo, con il mare e la spiaggia. Invece ci hanno regalato una discarica di massi ciclopici non idonei alla balneazione. Basterebbero poche risorse per riattivare quell’angolo di paradiso di cui sentiamo la mancanza".

Anche Arturo Ussi allarga le braccia: "Abito qua da sempre e dispiace vedere il nostro litorale così ridotto. Noi del Casone abbiamo perso il nostro mare per colpa di questa discarica. Siamo costretti ad andare altrove, e pagarci pure un ombrellone. Abbiamo solo sassi scivolosi che hanno reso inaccessibile il nostro pezzo di mare. E’ una zona abbandonata. Basta guardarsi intorno: le siepi invadono la strada e poi mancano i parcheggi. Ci sono spazi, nell’area degli orti, che sarebbero idonei per creare un parcheggio in questa zona. Perché non c’è interesse a migliorarla?" Il timore di Bonuccelli e Ussi è che l’area possa essere acquisita da facoltosi imprenditori del nord: "Casone perderebbe definitivamente la propria identità. Non ci vogliamo nemmeno pensare. Ci auguriamo che qualcuno possa invece salvarci con interventi di riqualificazione del nostro litorale, restituendo dignità ai "casonesi".