La rivincita del dialetto Le poesie di ieri e di oggi

Un folto pubblico ha assistito allo spettacolo “An tal kër d’Puntrémal“. Bertocchi: "La nostra tradizione sembra poter avere un roseo destino"

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di Natalino Benacci

E’ col dialetto che si conosce la propria faccia. L’idioma locale non è mai passato di moda e spesso ha prodotto arte col valore aggiunto dell’autenticità che tiene alla larga gli stereotipi. I parlanti anziani esprimono attraverso il dialetto l’identità ma negli ultimi tempi si è moltiplicata la rivalutazione dei dialetti locali anche grazie alla poesia, da sempre espressione non solo di tradizione popolare, ma anche di cultura. " Il dialetto - secondo Luciano Bertocchi, autore di un vocabolario della lingua pontremolese con 36mila parole in 544 pagine - ci accompagna ed è più o meno presente nella nostra cultura a seconda delle stagioni". Ha un potere evocativo che le lingue standard non hanno, lavora sulle similitudini, cerca immagini concrete per rappresentare concetti. Basta leggere un brano del libro “La Crësa“ di Bruno Necchi, scrittore pontremolese antesignano dello stile di Andrea Cammilleri, proponendo un impasto di italiano e dialetto, modernissimo anche nel 2022. Anche oggi a Pontremoli molti autori si cimentano con la poesia dialettale e non per puro esercizio di scrittura, ma come ricerca culturale di quella lingua madre. Lo prova lo spettacolo teatrale "An tal kër d’Puntrémal" organizzato nella Piazzetta della Pace durante il quale sono state recitate dall’attore Alberto Bellotti poesie per ognuno dei 14 autori in programma. L’apertura era dedicata ai precursori Luigi Poletti (1864-1967) con "Al Sucialism" e "Al Lüpoman?io" e Giovanni Bellotti (1889-1968) con "Kara Luma a Cesare Reisoli (1893-1973) con "Tèra sumiana, téra tuskana". Poi è toccato a Piero Bertolini (1894-1942), Giulio Tifoni (1928-1987), Luigi Musetti (1924-1998), Aldo Bertolini (1900-1980), Bruno Necchi (1913-1977), Amelio Bertocchi (1911-20), Sandro Michelotti (1925-2002), Renato Lucchesi (1925-2005), Guido Moscatelli (1922-2004), Alberto Angella (1921-20), Mauro Rocati (1941-2019). A presentare la serata davanti ad un folto pubblico, Luciano Bertocchi, con Mario Mori, che ha raccontato storielle dialettali divertenti ambientate nel borgo della S.S. Annunziata, mentre Luisa Necchi ha letto brani dei libri del padre Bruno. "Manifestazioni come questa vanno organizzate spesso perché alla gente non solo piacciono - ha detto Bertocchi - ma interessano molto. Il dialetto pare aver trovato vigore grazie a nuove voci che stanno uscendo allo scoperto, per fare capire che la nostra tradizione letteraria non è certo finita, ma sembra poter avere un roseo destino". Un ringraziamento a Alberto Bellotti, definito " personaggio unico e memoria insostituibile".