Imprese vittime dell’abusivismo «Troppa concorrenza sleale»

Indagine della Cna: «Impotenza contro il lavoro irregolare»

Per utilizzare determinati prodotti o macchinari e praticare tecniche bisogna essere in possesso  dei titoli adeguati

Per utilizzare determinati prodotti o macchinari e praticare tecniche bisogna essere in possesso dei titoli adeguati

Carrara, 18 ottobre 2018 - La piaga dell'abusivismo nel commercio. Saloni della bellezza allestiti in casa e lavanderie a gettone (self service) che effettuano il servizio tradizionale con tanto di stireria e confezionamento. Due imprese artigiane su tre danneggiate dall’abusivismo e dalla concorrenza sleale: sono i numeri presentati da Cna in occasione dell’incontro organizzato dall’ispettorato territoriale del lavoro di Lucca – Massa Carrara che si è tenuto ieri nella nostra città. Imprese regolari impotenti di fronte all’esplosione di attività illegali ed abusive: il 10 per cento dei cittadini della provincia, questa la stima su base nazionale, fanno acquisti di beni e servizi nella filiera dell’abusivismo e del lavoro irregolare.

«Quello che noi oggi possiamo fare come associazione è raccogliere la segnalazione – spiega Giacomo Cucurnia, referente per il settore estetica di Cna – inoltrarla all’ispettorato, giardia di finanza o polizia ma null’altro di più. L’incontro ci ha permesso, forse per la prima volta, di guardarci negli occhi e di cristallizzare un problema molto serio. La crisi – spiega ancora – ha acutizzato i fenomeni dell’illegalità, in particolare, nel settore delle tintolavanderie dove ci sono delle attività di self service che offrono servizi di lavaggio, asciugatura, stiratura e consegna dei capi senza alcuna autorizzazione e dell’abusivismo, in particolare, nel settore dell’estetica e dell’acconciatura dove troviamo le persone che lavorano in casa attrezzando una stanza per eseguire le prestazioni alle clienti. Fenomeni che creano seri danni alla nostra economia. La scelta di Cna è sempre, e comunque, dalla parte della legalità sostenendo e tutelando le nostre imprese che, pur subendo le difficoltà momento, operano quotidianamente all’interno delle regole». L’abusivismo e la concorrenza sleale sono due fattori che vanno a contribuire, insieme a burocrazia e pressione fiscale, alla morte di un’azienda: «L’abusivo – spiega ancora - non paga le tasse, non rispetta i requisiti igienico sanitari, non utilizza correttamente apparecchiature. Il danno nei confronti delle aziende regolari e così come a quello del sistema economico del territorio. Troppo spesso il problema è stato sottovalutato, ma oggi questa situazione non è più tollerabile. Serve un segnale forte. Per questo abbiamo chiesto alle Istituzioni e gli organi di controllo di impegnarsi per colpire in maniera forte l’abusivismo e di prendere in carico le segnalazioni che invieremo per andare a fare i controlli».