"Il tempo libero dedicato agli altri"

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Due esperienze diverse, un unico obiettivo: aiutare gli altri. Noemi Guadagni e Marco Capuzzo sono volontari della Misericordia di Massa. Ventiseienne lei, trentenne lui. "Volevo aiutare i più deboli – racconta Noemi –. Quando ti rendi conto che sei davvero utile per qualcuno, ti senti fiero e appagato. Ho iniziato nel 2017 per tradizione di famiglia, perché mia madre e mia sorella erano volontarie, e da allora non ho mai voluto smettere, nonostante i miei studi in archeologia. Oramai il tempo libero lo dedico alla Misericordia". "Ero capo scout – aggiunge Marco –, poi ho deciso di fare il servizio civile. Far parte di associazioni di questo tipo ti stimola e ti dà una maggiore sicurezza nei tuoi mezzi". Dopo alcuni anni da volontario Marco è diventato dipendente alla Misericordia, mentre altri, racconta, hanno trovato la propria strada: "In tanti iniziano per caso e poi decidono di restare come volontari. Altri, invece, grazie al servizio civile o al volontariato scelgono studi collegati, come medicina o scienze infermieristiche. Quindi consiglio a tutti, anche ai miei figli, di aiutare gli altri, di dare una mano".

Tantissime le storie da raccontare, da quelle più felici a quelle più tristi: "C’è chi ha fatto partorire una donna in ambulanza – raccontano i due ragazzi – e chi, purtroppo, ha soccorso neonati o ha assistito all’ultimo saluto fra nonno e nipote". Dei loro anni da volontari, però, Marco e Noemi ricordano con più dolore quelli della pandemia, durante i quali "è stato tolto il contatto con gli altri. Molte persone in ambulanza ti danno una mano in cerca di conforto e noi non potevamo più farlo. È stato un periodo difficile, ci ha segnati".

Alessandro Salvetti