"Il futuro per i giovani? Passa dall’agricoltura" Coldiretti crede nel rilancio e allontana gli spettri

Secondo Bedini il dato è bugiardo: "Molti settori come l’edilizia e l’impiantistica sono alla ricerca"

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I dati sulla disoccupazione a doppia cifra nel 2021 non convincono del tutto le associazioni di categoria. Artigianato, agricoltura e allevamenti sembrano vivere una buona stagione, di crescita e ottime prospettive. "I dati dell’Inps ci dicono che un occupato su tre in agricoltura ha meno di 35 anni e che il nostro è un settore con ampi spazi di crescita sia dal punto di vista imprenditoriale che occupazionale. Tra occupati ed titolari di imprese l’agricoltura da oggi un presente, ed un futuro, a circa 1.600 famiglie – sottolinea Francesca Ferrari, presidente Coldiretti Toscana -. La nostra provincia, almeno nel nostro settore, non riscontriamo grandi problemi nella ricerca di manodopera. Molto dipenderà dal perdurare di questa grave situazione di difficoltà generale causata dagli effetti dello tsunami dei rincari in parte collegati agli effetti della guerra in parte alle speculazioni internazionali che determineranno la capacità o meno di fare nuove assunzioni per la stagione che al momento si presente di buone prospettive ma che continua a pagare l’incertezza dell’emergenza sanitaria. Questo è uno degli scenari possibili".

Secondo Paolo Bedini, presidente Cna Massa Carrara, "Il dato cozza con il trend delle richieste da parte del mercato del lavoro. Le aziende sono alla ricerca di personale ma non lo trovano. Ci sono settori come quello dell’edilizia, dell’impiantistica e della cantieristica, ma anche quello turistico ricettivo, che hanno molta difficoltà nel reperire personale. Ci sono posizioni aperte ma arrivano pochi candidati. Si fatica anche a trovate un tirocinante. E’ sicuramente una discrasia che va approfondita per comprendere meglio questo dato da più punti di vista. Probabilmente c’è un sistema di domanda ed offerta che non funziona’’. Va nel dettaglio il presidente di Confartigianato Massa Carrara Lunigiana, Sergio Chericoni, che evidenzia come "la disoccupazione a doppia cifra è molto sia molto settoriale. Deriva soprattutto dal settore dei servizi. In prima battuta il commercio: soffre una crisi pluriennale dovuta in prima battuta ai colossi dell’e-commerce. A causa della pandemia la spirale recessiva si è via via aggravata. Poi c’è il turismo, forse il settore che più sente la modifica dei parametri di rilevazione per i quali chi non lavora da più di tre mesi è disoccupato. Poi i livelli salariali sono rimasti invariati rispetto al passato, se non diminuiti, e questo scoraggia molti. E’ evidente che serve una destagionalizzazione del comparto, per garantire un lavoro su più lungo e più di qualità. Ma siamo convinti che sia necessaria pure una defiscalizzazione del settore per offrire maggiore competitività. Infine è una disoccupazione settoriale perché invece ci sono interi comparti che invece stanno vivendo un ottimo momento e non riescono a trovare dipendenti, in particolare operai specializzati per meccanica, edilizia, industria".