Il Consorzio Zia è deciso a battere cassa Basta morosi, oltre 1 milione da recuperare

Le imprese dovanno essere in regola con il pagamento dei contributi per poter partecipare ai bandi destinati alla ripresa industriale

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di Francesco Scolaro

Non si scherza con il nuovo corso del Consorzio Zona industriale apuana: basta dilazioni per i morosi. Dopo l’anno “sabbatico” dovuto anche all’emergenza Covid per il recupero dei crediti e il versamento del contributo annuale consortile, l’assemblea dei soci ha deliberato nei giorni scorsi un nuovo regolamento che mette le carte in chiaro per le imprese che si trovano all’interno del perimetro Zia. Fra le proposte emerse dall’assemblea, su stimolo dell’assessore al bilancio del Comune di Massa Pierlio Baratta, l’assessore regionale Leonardo Marras e l’amministratore unico Norberto Petriccioli hanno convenuto sull’ipotesi di istituire un obbligo o un vincolo per le imprese di essere in regola con il pagamento del contributo consortile per non essere estromessi dalle procedure del Progetto Pilota che andrà al vaglio del Ministero oppure come requisito di accesso anche per i bandi regionali o locali rivolti alle imprese dell’area.

Un modo per far capire alle imprese che il nuovo Consorzio funziona e offre importanti servizi così da evitare anche lunghi e onerosi contenziosi legali, come quelli già in essere. Bisogna infatti ricordare che il Consorzio Zia nato fra 2019 e 2020, sotto la guida dell’amministratore unico Norberto Petriccioli, si ritrova con crediti non riscossi che incidono pesantemente sul bilancio dell’ente.

Alla fine dello scorso anno si parlava di un creto di 1 milione e 200mila euro di contributi mai pagati e che sarà comunque difficile incassare, con una previsione in chiusura del bilancio 2020 in crescita di altri 200mila euro circa. Riuscirli a incassare garantirebbe un’azione più efficace allo stesso Consorzio e risorse importanti per il futuro e anche per l’immediato, consentendo ad esempio una manutenzione ordinaria programmata e strutturata per tutta la Zona Industriale Apuana per diversi anni.

E devono ripartire anche le azioni di recupero crediti e ingiunzioni stoppate nel primo anno di mandato, in considerazione delle difficoltà dovute alla pandemia anche se a novembre dell’anno scorso erano state inviate 1.600 lettere tramite posta elettronica certificata come ‘promemoria’ ai debitori, ricordando le somme dovute e chiedendo, comunque il saldo dello stesso (una comunicazione necessaria anche a evitare una prescrizione dei crediti).

La maggior parte dei crediti deriva da imprese piccole, ‘sottosoglia’, con insediamenti inferiori ai 4.000 metri quadrati che dovrebbero versare 150 euro a testa e rappresentano il 97% dei crediti da riscuotere. Dal 2017 il Consorzio emette circa 2.200 fatture e 1.200 delle stesse non vengono pagate: di queste il 98,5% è pari a 150 euro ciascuna. Pagamenti non effettuati anche perché diverse azienda lamentavano l’assenza di servizi previsti all’interno del contributo. Ma con il nuovo Consorzio che sembra ormai del tutto operativo sarà difficile sgarrare percbhé si prevedono anche ipotesi di stop alla partecipazione dei bandi per contributi e risorse.