I riflettori sulla vecchia stazione di Ravaccione

La presidente Emanuela Biso suggerisce il recupero dell’importante manufatto in preda ai rovi

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In molti l’hanno dimenticata. La vecchia stazione di Ravaccione, un esempio di architettura dell’Ottocento, è in preda ai rovi e al degrado. L’abbandono in cui versa la vecchia stazione della ferrovia marmifera, un tempo nodo e snodo di traffici e di economia, non è passato inosservato a Italia Nostra che ha deciso di adottare l’intera area. Da qui una battaglia con le istituzioni per ottenere maggiore attenzione sul manufatto che secondo l’associazione ambientalista dovrà diventare oggetto di una seria opera di recupero.

Così su indicazione di Antonio Gasperi, la presidenten della sezione Apuo lunense di Italia nostra, emanuela Biso, sempre attiva nelle battaglie per la tutela dell’ambiente, del verde pubblico e dei beni di alto pregio architettonico, ha deciso di segnalare agli uffici comunali competenteni del Comune quello che viene descritto come "l’enneismo distastro contro i nostri beni".

Pertanto Italia nostra mette sotto i riflettori l’importante manufatto che, già come è avvenuto per altri siti delle nostre cave, potrebbe essere trasformato in una valida opportunità turistica di richiamo per chi viene da fuori. "Adesso invece – spiegano da Italia Nostra – costituisce una grave pericolo per chi va inmontagna e per chi frequenta quelle zone essendo l’edificio pericolante e ricoperto in parte da rovi. Serve un serio progetto del Comune affinché lo storico palazzo venga recuperato e magari trasformato in area turistica con un punto di ristoro, di accoglienza per chi viene da fuori". Fra le destinazioni della vecchia stazine di Ravaccione anche la possibilità di un’area destinata elle esposizioni con la mostra di antichi manufatti per la lavorazionedel marmo.