REDAZIONE MASSA CARRARA

I giovani dicono no . Corteo degli studenti

Centinaia di ragazzi hanno sfilato dallo stadio fino al Comune. Una kermesse contro la violenza sulle donne organizzata dalla Consulta.

Centinaia di ragazzi hanno sfilato dallo stadio fino al Comune. Una kermesse contro la violenza sulle donne organizzata dalla Consulta.

Centinaia di ragazzi hanno sfilato dallo stadio fino al Comune. Una kermesse contro la violenza sulle donne organizzata dalla Consulta.

Cappotti rossi. Gonne rosse. Baffi rossi sui volti. Sarà una donna nuova quella che nascerà dal corteo di ieri. Una donna che non avrà più paura di uscire sola la sera, di fare politica, di apparire avvenente. Centinaia di ragazze (ma tanti anche i ragazzi) di tutte le scuole si sono radunate ieri allo Stadio nel corte della Consulta Giovani. La scia ha poi proseguito dietro un autocarro lungo il viale XX Settembre con soste per leggere la lista delle donne uccise e poesie (’Se domani non torno brucia tutto’ di Cristina Torre Cáceres, ’Trovare la libertà’ di Wadia Sadami, ’Ciò che indossavo’ di Mary Simmerling, ’Stai zitta’ di Michela Murgia, letti dalle volontarie della biblioteca). Al termine davanti al Comune Zoë Stroobant della Consulta, che ha organizzato la manifestazione, ha letto il discorso di insediamento di Nilde Iotti come presidente della Camera e ha ricordato come sia violenza anche costringere una donna a scegliere tra fare politica e stare a casa. Alessandra Nardini assessora regionale a Politiche di genere ha ribadito che è necessaria "una grande mobilitazione per cambiare la cultura patriarcale, a dispetto di quello che dicono Valditara e Meloni". Mentre la sindaca Serena Arrighi ha definito la giornata "un segnale di grande speranza vista la numerosa presenza di giovanissimi". Nel corteo forte anche la presenza maschile: "Importante essere qui, dev’essere un impegno quotidiano non solo destinato a queste giornate" ha detto Nicola Del Vecchio, segretario Cgil.

Tanti i brani della playlist della manifestazione: non solo Beyoncé e Anna Pepe, ma anche Amy Winehouse, Loredana Berté, Raffaella Carrà, Partigiano, Gloria Gaynor. Perché in futuro non ne torni a casa "una di meno" e non sia più possibile dire che le ragazzine non ne sanno nulla di politica, come ha sottolineato Rebecca Rosasco del liceo artistico Gentileschi. Interventi anche di Almarella Binelli dell’Anpi, Gea Dazzi assessora alla Cultura, Roberta Crudeli vicesindaca, Francesca Menconi del Centro antiviolenza.

Francesca Frediani