Roberto e Innocente, gemelli centenari. Festa grande a Succisa tra lacrime e sorrisi

Cerimonia in chiesa con figli, nipoti e tutto il paese. Due vite avventurose. E Roberto guida ancora la sua Fiat 500

I gemelli centenari

I gemelli centenari

Pontremoli, 12 settembre 2015 - Hanno tagliato il traguardo del secolo i due gemelli di Succisa, che mostrano poco più 70 anni. Insieme in carrozzina, da piccoli, e insieme ora davanti alla torta con le cento candeline da spegnere, emozionati e allegri tra uno stuolo di parenti e amici. L’appuntamento con la storia per Innocente e Roberto (detto Gino) Tozzi nella frazione di Villavecchia, in chiesa davanti al parroco don Tonino Cocchi coadiuvato dal diacono Marzio Cherbi per l’immancabile messa. C’era tutto il paese a festeggiare questo compleanno speciale, che è anche un omaggio alle vicissitudini personali dei gemelli, somiglianti, ma diversi nelle strade dell’esistenza. 

Emozioni, lacrime e sorrisi: ci vuole coraggio a durare così a lungo. I due neo centenari hanno attraversato un secolo complicato e lo raccontano tra realismo e nostalgia: esistenze parallele che trovano un comune denominatore nei geni straordinari donati da papà Giulio e mamma Quelinda. Sono diventati centenari dopo aver trascorso insieme una vita e superato tante difficoltà: c’è stato qualche periodo di separazione, ma poi sempre insieme a scrutare i campi e il cielo tra i monti della Cisa.  A partire dai primi anni di vita, quando incombeva la Prima guerra mondiale e poi, qualche anno dopo, con la Seconda. Innocente è stato esentato per via dell’occhio, mentre Roberto è partito militare nel 1936 e poi dopo una «pausa« di 8 mesi è stato richiamato con l’entrata in guerra dell’Italia e si è fatto le campagne di Grecia, Francia e Africa, nel reparto Autieri, aggregati all’Artiglieria della Divisione Corazzata Centauro. Dopo l’8 settembre, è stato preso prigioniero dall’esercito inglese e trasferito in un campo di concentramento, in Inghilterra, lavorando da internato in una fattoria. Era talmente bravo che dopo la fine del conflitto lo hanno addirittura assunto per una decina d’anni. Poi è rientrato in Italia dove, tra tanti mestieri, ha lavorato come camionista per l’Autocisa, si è sposato con Albina e ha fatto due figlie, Vanda e Giuliana. Innocente, anche lui camionista per le Acciaierie Falk, ha sposato Maria che gli ha dato 3 figli: Mauro (75 anni), Clara (72), Finetta (70). E ora ha una bella sfilza di nipoti (Lorenzo, Sabrina, Simone e Sara). Ma non è finita qui perché Innocente è bisnonno due volte. 

Oggi Roberto ha ancora la patente e guida la sua Fiat 500 tranquillamente come fosse un giovanotto, Innocente ha dovuto rinunciare alle 4 ruote per via di una cateratta che poi ha operato con successo due anni fa. Ma lui aveva già patito un incidente all’età di 6 anni quando aveva perso un occhio mentre scolpiva una pietra. Ma può consolarsi perché ha comunque guidato a lungo. «Ma sarei in grado di guidare tranquillamente, così come ho fatto fino a poco tempo fa. Mi spiace che i miei figli mi abbiano venduto recentemente la mia vecchia Fiat Uno», avverte. L’orizzonte è sempre il futuro. Alla cerimonia religiosa era presente anche il sindaco di Pontremoli, Lucia Baracchini, che ha consegnato ai due vegliardi una pergamena con gli auguri di tutto il territorio comunale.