"Fa i bisogni per la strada: sos inciviltà"

Allarme inciviltà e maleducazione nel centro città, dove a quanto pare tra i principali responsabili ci sarebbe la cosiddetta “gioventù sbandata“. "E’ vero che i giovani non sono tutti uguali e molti di loro sono educati, civili e rispettosi – sostiene un commerciante del centro – ma è altrettanto vero che tra loro il numero dei maleducati e cafoni sta crescendo a vista d’occhio". Come quell’occhio indiscreto di una telecamera privata di via Bastione, che ha ripreso "un’azione vomitevole – il commento di chi si è trovato di fronte allo schermo – che solo un’incivile sprovvista di senso del pudore può commettere". La giovane, stando alla testimonianza di chi è stato costretto a ripulire i suoi bisogni, "si è introdotta di nascosto in una proprietà privata e utilizzando come scudo un’automobile parcheggiata inconsapevole della presenza di una telecamera, è andata di corpo come se niente fosse".

Un episodio, dicono, che è solo "l’ultimo di una lunga serie che per lo più vede protagonisti quei giovani, che si aggirano per le vie e piazze del centro città urinando dove capita, compiendo atti vandalici e disturbando la quiete pubblica con urla e un linguaggio scurrile". Commercianti e cittadini rivolgendosi al prefetto e al sindaco di Massa, invitano i due rappresentanti delle istituzioni e responsabili della sicurezza, a disporre che uomini e mezzi delle forze dell’ordine e di polizia, soprattutto nelle serate della movida, non stazioni per ore nel solito punto ma si postino frequentemente da una zona all’altra. "E’ l’unico modo per dissuadere da certi comportamenti, coloro che non conoscono il significato della parola civiltà – concludono residenti e commercianti – così facendo quando la pattuglia di servizio nota qualcosa che non va, può decidere di intervenire o di chiamare i rinforzi". Fatto sta che quando si arriva a compiere gesti in pieno giorno, come quello di cui è stata protagonista la giovane ripresa dalle telecamere, significa che il grado di inciviltà è veramente preoccupante.

Stefano Guidoni