Danni alla palestra, accusati i soci Il giudice: "Non ci fu alcun reato"

L’avvocato della difesa. Bruno Marsili ha dimostrato. che gli arredi rimossi. erano dei gestori

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"Assolti perché il fatto non costituisce reato". Così l’avvocato Bruno Marsili, legale di due soci accusati di appropriazione indebita per aver danneggiato la palestra avuta in gestione, commenta la sentenza del giudice Giovanni Tori che ha stabilito che non esiste reato.

"Premettendo che ogni più approfondita valutazione verrà fatta una volta lette le motivazioni della sentenza – scrive il legale della difesa –, gli imputati sono stati assolti perché il fatto non costituisce reato, ossia non è stato ritenuto penalmente rilevante. L’accertamento contenuto in una sentenza penale di assoluzione – continua la nota di Marsili – non ha efficacia di giudicato nell’eventuale giudizio civile di danno, nel quale, in tal caso, compete al giudice civile il potere di accertare autonomamente, con pienezza di cognizione. Ad oggi in sede civile non risulta accertato nulla relativamente alle rivendicazioni azionate dalla parte civile nel processo penale che ha visto assolti gli imputati, anzi non è pendente alcuna causa avente ad oggetto tali rivendicazioni".

L’avvocato Marsili ha ritenuto doveroso intervenire spiegando, come anche il giudice ha stabilito, che il testimone che parlava di termosifoni mancanti, è stato poi smentito da un successivo testimone della difesa che ha dichiarato di avere lui stesso fornito e montato ex novo i radiatori su commissione del gestore della palestra al momento in cui è subentrato con la nuova attività.

Insomma una serie di deposizioni che tendevano a dimostrare che i due soci avrebbero provocato alla proprietà un danno di 40mila euro che l’avvocato Bruno Marsili ha provveduto a smentire con controtestimonianze che evidentemente hanno convinto il giudice Tori.