Colpo di mannaia per le imprese del lapideo Il marmo naturale cinese taglia i fatturati

In calo del 40 per cento il volume di affari per bianco delle nostre cave. Santucci: "La produzione rischia di mettere in crisi il distretto"

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di Alessandra Poggi

Lo chiamano marmo naturale cinese, ma di pietra naturale c’è ben poco. È la nuova tendenza di rivestire gli interni con materiali che richiamano esplicitamente a qualità di marmo apuano, ma della nostra pietra hanno solo il nome. I maggiori produttori sono i cinesi, ma piastrelle, piani di lavoro, lavabi e altri rivestimenti in finto marmo vengono prodotti in tutto il mondo, compresa l’Italia. Una contraffazione che farà felici gli ambientalisti, ma che di fatto è una frode e non ha nulla a che fare con la pietra naturale. In finto marmo si producono il Calacatta, il Calacatta oro, il bianco, il bianco puro, persino il Portoro che da anni non viene più estratto, tutte tipologie di lapideo che in realtà sono gres porcellanato rettificato (effetto pietra), Pvc o Lvt (vinile di lusso). Materiali che consentono di avere un effetto realistico ma non si possono classificare come marmo. Si possono comprare online a prezzi stracciati su quasi tutte le piattaforme e-commerce: da Amazon fino ad Alibaba. E a prezzi super concorrenziali: basta pensare che una mattonella in Calacatta oro della misura 60x60 al metro quadrato costa solo 13,99. Per rendersene conto basta cliccare su un qualsiasi motore di ricerca la chiave marmo cinese e si apre un mondo intero. Migliaia di aziende che vendono prodotti contraffatti in ogni parte del mondo: Cina, India, Pakistan, Brasile, Vietnam, Italia, Corea, Stati Uniti, Francia, Egitto, giusto per fare alcuni esempi. Un mercato che ha già sottratto al vero marmo di Carrara una fetta di mercato che si aggira sul quaranta per cento del fatturato, e che senza un freno è destinato a crescere. Dalla città dei marmi ora più che mai si cerca di correre ai ripari putando sul marchio di tutela del marchio marmo di Carrara (già depositato dall’associazione italiana Le donne del marmo), a cui si sta lavorando da mesi e che dovrebbe vedere la luce attorno al mese di luglio. I prodotti e le lastre di finto marmo, o come viene chiamato marmo naturale cinese vengono pubblicizzate con le dizioni più fantasiose, per esempio "lastra in pietra di quarzo Calacatta", "lastre in quarzo Calacatta bianco puro", addirittura "naturale puro oriente bianco". E a proposito di Calacatta, quello di Paolo Borghini è senza ombra di dubbio il materiale più scimmiottato. Trovare nella descrizione che si tratta di gres o Pvc è rarissimo, i pochi che scrivono sintetico normalmente sono i siti italiani. Una produzione che sta crescendo a livello mondiale e che rischia di mettere in seria difficoltà il nostro distretto, come spiega Fabrizio Santucci responsabile del settore lapideo della Confindustria di Massa Carrara: "è una moda che si è affermata da quasi cinque anni – dice – e che ha già portato via un quaranta per cento di fatturato. Purtroppo visti i prezzi la moda è destinata ad aumentare. È necessario mettere un freno perché non solo usano il nome del marmo, ma addirittura degli stessi titolari di cava. La speranza è che trattandosi di un prodotto artificiale si distrugga da solo, o che venga eliminato dalla guerra dei prezzi al ribasso che si stanno facendo le aziende". Una concorrenza che sotto certi aspetti è una truffa, spiega il direttore della Camera di Commercio Dino Sodini: "ora più che mai è necessario dare vita al consorzio per la tutela del marchio marmo di Carrara – dice – a cui devono aderire tutte le imprese in blocco. Si sta lavorando al marchio e dovrebbe essere pronto tra un paio di mesi. Il consorzio è l’unico mezzo per difendere il marmo di Carrara da contraffazioni di questo genere, che se andiamo a vedere sono truffe. Le porcellane non sono pietre naturali e non si possono chiamare come il marmo di Carrara. Per i prodotti alimentari la difesa è più facile. Il consorzio serve e deve lavorare per la tutela del marmo di Carrara, la sua funzione deve essere solo quella". Tornando al finto marmo proprio come per quello vero, attorno a questo mercato ruota un esercito di agenti di commercio che lo promuovono per conto delle grandi aziende produttrici. Un mercato fiorente che come detto senza un freno potrebbe danneggiare l’intero distretto.