Cave, situazione disastrosa a Massa Carrara

Due azienda su tre sono state 'stangate' dall'Arpat. Rifiuti e gestione dell’acqua i nervi scoperti

 Dai controlli di Arpat è emerso che solo una cava su tre risulta del tutto in regola (foto d’archivio)

Dai controlli di Arpat è emerso che solo una cava su tre risulta del tutto in regola (foto d’archivio)

Massa, 20 novembre 2018 - Solo una cava su tre è in regola. In tutte le altre sono state trovate difformità, più o meno gravi, dai rifiuti prodotti alla gestione delle acque. E’ l’esatta fotografia del mondo del lapideo al monte, scattata da Arpat il 12 novembre. Un aggiornamento che arriva ormai alla fine del secondo anno del Progetto speciale cave, protocollo operativo mirato, avviato alla fine del 2016 dalla Regione Toscana: un’attività straordinaria, finanziata con stanziamenti ulteriori da parte della stessa Regione, in termini di risorse umane ed economiche, e che ha l’obiettivo di controllare a fondo almeno 60 cave all’anno. A meno di un mese dalla fine del secondo anno di protocollo e con il gelo alle porte (che rallenterà sia le attività estrattive sia le verifiche a monte e sui versanti più ‘rischiosi’) è già tempo di bilanci per Arpat che, per ora, non è riuscita a raggiungere l’obiettivo prefissato di 60 cave da mettere nel mirino.

Al 12 novembre sono solo 40 gli agri marmiferi passati al setaccio dai tecnici dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale mentre per altri 14 i rilievi sono ancora in corso (e il totale, 54 per 96 sopralluoghi complessivi, resta inferiore all’obiettivo fissato). I risultati, a quanto pare, non sono migliorati per niente rispetto al passato. Solo 16 hanno avuto un riscontro pienamente regolare. Per le altre, in ordine di ‘gravità’, abbiamo 34 comunicazioni di notizie di reato alla Procura (di cui 13 per i rifiuti, 2 per gli scarichi industriali, 18 per la gestione delle acque meteoriche di prima pioggia), 33 sanzioni amministrative (quasi tutte per la gestione dei rifiuti, ossia 28), 19 prescrizioni impartite, 2 ulteriori comunicazioni agli enti per le azioni di competenza. Zero i sequestri, per ora. Nel dettaglio, le azioni di verifica di Arpat hanno trovato ancora troppe difformità nel rispetto dei riferimenti e normativi e amministrativi per quanto riguarda la produzione e gestione della marmettola, del detrito in cava e della pioggia che, quando batte sui piazzali, finisce per trasportare a valle e negli anfratti carsici prima di tutto la polvere di marmo oltre agli eventuali contaminanti presenti.