Riforma del catasto, un terremoto: ecco come "colpirà" gli immobili

Il valore degli appartamenti crescerà mediamente di una volta e mezzo

Si annuncia un autunno caldo per gli sfratti, la riforma del Catasto innescherà un terremoto

Si annuncia un autunno caldo per gli sfratti, la riforma del Catasto innescherà un terremoto

Massa, 5 agosto 2014 - CATASTO, sta partendo una “silenziosa” rivoluzione che cambierà molto le carte in tavola con importanti ripercussioni sulla tassazione a livello locale: basta pensare che a oggi Imu e Tasi si pagano in base alla rendita catastale dell’immobile di proprietà. Venerdì scorso è arrivato il via libera al primo decreto attuativo che comincia a dare corpo alla riforma del catasto ma gli scenari che si prospettano hanno quadri già abbastanza definiti. I dati sono stati pubblicati ieri da «Il sole 24 ore» e prendono in esame anche Massa come capoluogo di provincia. Da prendere in esame in particolare è la differenza fra l’attuale valore catastale, o estimo, di un immobile (fermo all’ultima rilevazione effettuata negli anni ’80), e quello che è invece il valore di mercato dell’immobile. La differenza, almeno nei dati della media che fotografano la situazione è netta: il valore catastale medio di un immobile a Massa è di 103.437 euro mentre l’effettivo riscontro sul mercato è, ovviamente parlando sempre in termini di media, pari a 252.928 euro, quindi quasi una volta e mezzo in più. Infatti nella tabella il divario, ossia la differenza percentuale fra valore catastale e valore di mercato, è del 145% che colloca Massa al 28° posto della classifica dei capoluoghi (ai primi posti le città dove il divario è ancora più ampio, con il record assoluto di 284% che spetta a Pistoia). Vediamo cosa significa questo dato: maggiore differenza fra valore catastale e valore di mercato indicano un probabile maggior aumento della base imponibile, quindi della rendita catastale dell’immobile, quindi tariffe e imposte che dipendono da questo dato saranno più elevate dopo la riforma del catasto. E la riforma peserà maggiormente sulle abitazioni civili e quelle economiche, inserite in categoria A/2 e A/3, che rappresentano la maggior parte degli immobili sul territorio (nel complesso il73%), con i divari maggiori fra valori di mercato ed estimi catastali attuali. Le abitazioni civili (A/2) sono il 55% delle abitazioni a Massa e il rapporto fra valore di catasto e di mercato è del 101%; le abitazioni economiche (A/3) sono invece il 18% del totale ma il divario fra mercato e valutazione è ben più alto, pari al 262%, con ricari che potrebbero essere davvero consistenti in questo caso. Inoltre la riforma del catasto prevede anche che dall’attuale valutazione per vani si passi solo ai metri quadrati, a prescindere dal numero di stanze. Tutto il catasto inoltre dovrebbe essere organizzato per micro-zone, porzioni di territorio con caratteristiche omogenee su cui rivalutare gli immobili, infine saranno creati algoritmi per la gestione dei valori e il loro aggiornamento. Non tutto viene per nuocere, anzi, visto che il gettito fiscale per i Comuni dovrà invece rimanere invarito. «Non si conoscono ancora i tempi esatti per la riforma — precisa l’assessore al bilancio del Comune di Massa, Giovanni Rutili — ma speriamo che sia realizzata al più presto. Servirà infatti a realizzare una fiscalità più equa sul territorio andando a individuare con certezza quelle che sono le effettive rendite catastali degli immobili, eliminando alcuni casi davvero paradossali». Insomma ancora oggi è possibile che una casa ad Altagnana, di 120 metri quadrati, abbia una rendita catastale maggiore di una a Marina della stessa superficie e quindi paghi anche più tasse.