Bollette, il triste primato apuano Luce e gas più alte di tutta la regione

Provincia in testa per l’inflazione energetica: secondo l’Istat è aumentata dell’84% rispetto ad agosto 2021. L’allarme di Coldiretti: "Molte aziende vicine alla cessazione. Prodotti agricoli schizzati alle stelle"

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Bollette di luce e gas da record a Massa Carrara. La provincia apuana è al primo posto in Toscana per l’inflazione energetica (+84,6%). E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti sui dati Istat relativi all’inflazione ad agosto rispetto allo stesso mese dell’anno precedente che fa registrare anche una forte accelerazione dei prezzi delle bollette energetiche a livello regionale (+83,7%). Ma mai così alto come in quello della nostra provincia dove all’inizio dell’anno indice si era attestato sul + 58,3%. Oggi è ben 26,3 punti percentuali in più.

Prosegue inarrestabile la corsa dei prezzi nella provincia di Massa Carrara dove l’inflazione generale, che misura l’aumento prolungato del livello medio generali dei prezzi di beni e servizi in un determinato periodo di tempo, si è attestata al 7,9% inferiore quindi alla media regionale (+8,6%). In salita, ma più bassa, anche l’inflazione dei prodotti alimentari (11,2%) che è però quasi triplicata dall’inizio dell’anno in corso. La conseguenza dell’aumento dei prezzi di pane, pasta, latte, carne ed altri prodotti di prima necessità ha spinto più di un consumatore su due (51%) a tagliare la spesa nel carrello. Tra i prodotti più penalizzati ci sono frutta e verdura i cui acquisti sono crollati dell’11% in quantità rispetto allo scorso anno. I consumatori hanno ridotto del 16% le quantità di zucchine, del 12% i pomodori, del 9% le patate, del 7% le carote e del 4% le insalate, mentre per la frutta si evidenzia addirittura un calo dell’8% per gli acquisti di arance. Cresce solo la quarta gamma, come le insalate in busta, le cui vendite nei primi 6 mesi del 2022 sono salite del 7% sullo stesso periodo del 2021.

Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne – denuncia Coldiretti – dove più di un’azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben oltre 13 del totale nazionale (38%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea. In agricoltura si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio. Ad aggravare ulteriormente lo scenario l’esplosione delle bollette, anche più che triplicate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ragione che stanno costringendo le imprese a rivedere i loro piani per i prossimi mesi. "L’estensione della riduzione dei costi del gasolio per le imprese della pesca e agricole fino alla fine dell’anno come avevamo richiesto, insieme al credito di imposta per i costi energetici e del gas ai quali accedono anche le imprese agricole è un primo passo. – conclude la presidente Francesca Ferrari –. L’altro è quello di ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali".