Balneari, il futuro è (ancora) incerto "Servono regole chiare per i bandi"

Gazzoli, presidente Fiba Confesercenti, fa il punto sull’iter del Decreto concorrenza e chiede celerità "Decisiva la presenza dell’indennizzo per il concessionario uscente, necessario a dare continuità ai servizi"

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di Laura Sacchetti

Trentamila stabilimenti balneari rischiano di andare a gara entro il 31 dicembre 2023, oltre 900 sono in Toscana e più di 200 quelli nella nostra provincia. Le concessioni balneari infatti sono state inserite in un emendamento all’interno del decreto concorrenza che dovrà essere discusso alle camere. Ancora tanta incertezza sul futuro dunque per gli imprenditori turistici balneari. Le tempistiche però sono strette e gli step da fare per le istituzioni sono ancora molti "E’ indiscutibile che la materia abbia bisogno di essere regolamentata" ha detto Stefano Gazzoli, presidente del sindacato Fiba di Confesercenti Nord Toscana che ha aperto un dialogo, in sinergia con gli altri sindacati, con il governo Draghi. Occorre che i vari livelli di governo siano pronti per applicare le future e ancora incerte regole per le gare. Sono stati proprio i Comuni e le regioni a sottolineare al governo la difficoltà di mandare a bando le circa trentamila aziende italiane. L’iter: lo Stato legifera la materia, seguiranno dei decreti attuativi dove saranno indicate nel dettaglio le procedure per i bandi.

La palla passerà alle regioni che dovranno a loro volta calare sul proprio territorio (ogni regione ha le sue peculiarità) le proprie direttive legislative e dopo, il livello più basso di governo, ovvero i Comuni dovranno applicare tutto l’iter per emanare i bandi di gara. Ci sarà poi la fase di eventuali ricorsi e sarà difficile che tutto questo si verifichi entro la scadenza al 31 dicembre 2023, visto che non è stato ancora definito il decreto concorrenza. Le forze politiche stanno proponendo di allungare questo tempo di 5 anni, proprio per permettere all’iter istituzionale di essere regolamentato. "Il punto di discussione sul quale stiamo lavorando – prosegue Gazzoli – riguarda l’indennizzo per il concessionario uscente. E’ vero che siamo imprenditori su suolo demaniale, ma è anche vero che siamo aziende con un valore di avviamento, di struttura e attrezzatura. Siamo proprietari di ciò che insiste sul demanio. Al momento della gara il concessionario uscente consegna “chiavi in mano“ un’azienda al concessionario entrante e se questo valore di indennizzo viene riconosciuto rimane in piedi tutto il sistema turistico balneare italiano che produce una buona parte del Pil nazionale. Se all’uscente non venisse riconosciuto un’indennizzo della propria azienda vorrebbe dire che quest’ultimo ha la facoltà di smontare tutto ciò che è sul demanio oggetto di concessione e l’entrante dovrebbe ricominciare da zero. In questo modo verrebbe a mancare quel sistema virtuoso di servizi che oggi sono un’eccellenza italiana e garantiscono flussi turistici sulle coste del nostro Paese. A questo si deve aggiungere anche che ci sono concessionari e quindi aziende che hanno mutui e finanziamenti ancora aperti in virtù della famosa proroga del governo al 2033. Riconoscere un indennizzo al concessionario entrante inoltre garantirebbe una regolamentazione anche per il futuro. Un nuovo concessionario avrebbe già delle garanzie quando dovrà andare a gara. Per noi il punto focale di tutta la discussione è proprio l’indennizzo, quindi riconoscere il valore dell’azienda: avviamento, attrezzature e strutture. Stiamo aspettando i risultati delle trattive politiche in corso sugli emendamenti in questione".