Arnaldo Mangini, 14 milioni di... risate Il mondo dentro uno schermo a Carrara

Il comico, sosia ufficiale di Mr Bean, fermato dalla pandemia nella sua casa di Marina fa il record di followers su Tik Tok

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di Alina Lombardo

Oltre 14 milioni. È la cifra record di followers raggiunta sulla piattaforma social Tik Tok da Arnaldo Mangini, che si colloca al secondo posto nella classifica italiana. Attore comico, mimo, clown, Mangini è conosciuto al grande pubblico come sosia ufficiale di Mr Bean, il personaggio immaginario creato dell’attore britannico Rowan Atkinson negli anni Ottanta, protagonista dell’omonima serie televisiva trasmessa in oltre 200 paesi. I video di Mangini su Tik Tok, così tanto seguiti in tutto il mondo, partono da un appartamento di Marina di Carrara. Quello in cui vive, segregato da oltre un anno.

È un record. "Sì, un grande risultato che sorprende anche me" ammette. Come ci è arrivato? "Probabilmente – spiega – grazie a un linguaggio comico universale, capace di raggiungere e coinvolgere chiunque in ogni angolo del mondo, miscelato alla professionalità della mia compagna, Cristina Piga, che si occupa delle riprese e della post produzione".

Il linguaggio comico Mangini lo conosce bene. Lo "parla" fin dalla primissima infanzia. Romano di nascita, si trasferisce in Olanda dove frequenta le scuole elementari. "Lì nelle pagelle davano anche il voto alle componenti caratteriali – ricorda – e io prendevo il massimo in comicità e il minimo in socialità. Ero introverso e l’unico modo in cui riuscivo a comunicare era fare scherzi e battute. Fin da allora far ridere era, e lo è ancora, il mio modo di interagire e stare bene con gli altri".

Dopo l’Olanda torna in Italia. Prima Viareggio, poi Carrara. Si diploma all’Accademia di Belle Arti, alternando lo studio alle passioni artistiche e ai classici lavori stagionali da studente. Pare sia partita proprio da lì la sua storia professionale di attore comico. "Avevo 20 anni – racconta – e facevo la stagione estiva in una gelateria di Forte dei Marmi. Prendevo le ordinazioni tra battute e gag. Ridevano tutti. E a furia di sentirmi dire che dovevo assolutamente trasformare questa innata comicità nella mia professione, a ottobre del 1996 raccolsi la sfida. Mi presentai allo storico Zelig di Milano per un provino e… mi presero! Iniziai subito a lavorare nella trasmissione televisiva "Scatafascio" di Paolo Rossi". Nel frattempo, nel resto d’Europa spopolava Mr Bean (in Italia arrivò qualche anno dopo).

"Alcuni amici olandesi – prosegue Mangini - cominciarono a martellarmi facendomi notare la somiglianza con il personaggio e invitandomi a lavorarci sopra. Lo feci, senza troppo sforzo: Mr Bean è una grande maschera comica contemporanea. Infantile, cinico, crudele, irriverente, solo e asociale, si esprime con un linguaggio mimico emozionale. Tutte caratteristiche che sono nelle mie corde. A febbraio 1997 arrivò in Italia il suo primo film, "Mr Bean L’ultima catastrofe". Vidi che lo proiettavano al cinema a fianco al teatro Ariston, dove stava per iniziare il Festival di Sanremo. Ci andai. Iniziai a giocare e infastidire i passanti davanti ai manifesti del film. Fu come accendere una miccia. Mi vide Claudio Cecchetto e mi portò con lui sul tappeto rosso del festival, a posare davanti agli obiettivi di giornali e televisioni.

In un attimo mi ritrovai un una centrifuga di richieste di interviste e partecipazioni a trasmissioni televisive di Rai, Mediaset, Sky. Scoprii quasi subito che non ero un cabarettista ma un clown e, parallelamente al lavoro televisivo, approfondii la formazione sul clown e la commedia dell’arte, con i migliori maestri come Leo Bassi, Jango Edwards, David Shiner".

La miscela tra la straordinaria somiglianza con Mr Bean e lo studio sul clown si rivela vincente. Abbandona la televisione e abbraccia il mondo del teatro. Con il suo primo spettacolo "The Arnaldo Mangini Mr Bean lookalike Show" calca i palcoscenici di tutta Europa. Poi arriva il secondo spettacolo "Star", con cui esce dai confini europei portando nel mondo i suoi personaggi: un addetto alla sicurezza, un maestro yoga, un musicista. Il tutto in una comicità travolgente che mette insieme la bizzarria di Stan Laurel, l’intelligenza di Jaques Tati, l’irriverenza di Mr Bean.

Poi, marzo del 2020, arriva il lockdown. Azzerate tutte le date della lunga tourneé. Le valigie, già pronte, si fermano davanti alla porta di casa. E sono ancora lì. "All’inizio – confessa Mangini - è stata davvero dura. La rinuncia all’energia che mi arriva dal pubblico ad ogni spettacolo mi ha svuotato. Lasciandomi tristezza, brutti sogni, malesseri di ogni genere...".