Cuoche di Apuafarma sul piede di guerra

Le lavoratrici precarie contestano l’annullamento della graduatoria del concorso

Mensa(Dire)

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Carrara, 21 marzo 2019 - Annullata la graduatoria in vista del nuovo concorso e le precarie delle mense salgono sulle barricate, stanche di «essere trattate come lavoratrici di serie B». Nelle settimane scorse la graduatoria da cui l’azienda partecipata attinge le cuoche part time e a tempo determinato per le sostituzioni è stata revocata: al suo posto un nuovo elenco che uscirà da un altro concorso. La vicenda è stata portata all’attenzione da Luca Albertosi del sindacato Usi, preoccupato per chi è in testa in graduatoria dopo aver superato brillantemente l’esame e vede vanificato l’intero lavoro. Il problema rischia di esplodere tra poco e da palazzo civico, tramite il vice sindaco e assessore alle Partecipate Matteo Martinelli esce un laconico «No comment».

A poco sono valse le parole di alcuni giorni fa della direttrice Lucia Venuti per tranquillizzare le cuoche, le precarie che vanno a sostituire le colleghe part time di Amia (lavorano 9 mesi all’anno), 34 in tutto. «Abbiamo attinto – diceva – da quella graduatoria più volte ed è quasi esaurita, molti dei lavoratori non sono più disponibili. Per cui faremo un nuovo concorso come prevede la legge». Albertosi torna sul tema: «Avevo parlato con i vertici di Apuafarma – ha fatto notare – e hanno motivato il nuovo concorso con procedure burocratiche. I cuochi che hanno superato un concorso per assunzioni a tempo determinato e quindi facevano la sostituzioni nelle cucine non saranno più chiamati a lavorare. Di sicuro – conclude Albertosi – manca un progetto complessivo per affrontare il precariato nelle aziende partecipate, Nausicaa in primis. Credo che l’errore sia all’origine: la graduatoria è troppo corta, sono state bocciate persone di 50 o 60 anni che gestiscono un ristorante. Questa graduatoria corta ha costretto l’azienda a scalare più volte le cuoche in lista. Ipotizzo che l’abbiano annullata per non andare incontro a cause di lavoro. Comprendiamo le preoccupazioni delle “precarie delle precarie”: dopo esser risultate idonee adesso sono costrette a rifare una prova scritta, orale. Se a una viene il raffreddore e non può partecipare agli esami è tirata fuori. Comprenderete lo stress a rifare tutto dopo esser stata idonea a lavorare, queste donne sono costrette a vivere alla giornata. Per loro ormai è un terno a lotto».