"Apriamo la mente Non c’è solo il lapideo"

Rifondazione comunista, partendo dall’ultimo studio redatto a luglio dall’Irs chiede di invertire la tendenza

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"I numeri lo dimostrano: dobbiamo abbandonare la monocultura del marmo". Partendo dall’analisi dell’ultimo rapporto economia elaborato dall’Istituto studi e ricerche della Camera di commercio Rifondazione comunista lancia un appello alla politica cittadina. "Gli andamenti del settore rispetto allo scorso anno e rispetto agli ultimi 10 anni mettono in evidenza le sue difficoltà, l’insostenibilità di un ambito che non è più lapideo ma minerario, la forte tendenza del modello economico estrattivista a creare diseguaglianze – spiegano da Rifondazione -. In altre parole si distrugge più montagna estraendo meno blocchi e più carbonato di calcio. Inoltre i prezzi del marmo aumentano sia al piano che al monte così che ad un calo della produzione negli ultimi 10 anni di circa il 9,4% corrisponde una diminuzione dei fatturati di solo 1%, ma una diminuzione dell’occupazione del 10%. Chiaro quindi che l’aumento dei prezzi della materia prima non si redistribuisce equamente tra i fattori produttivi, ma prende esclusivamente la via del capitale determinando un allargamento della forbice di ricchezza tra imprenditori e lavoratori. Pur essendo una tendenza del sistema economico quella di distribuire la ricchezza più sul fattore capitale che sul fattore lavoro, nel medesimo periodo la metalmeccanica ha creato occupazione (+6) a fronte di un aumento di fatturato e produzione praticamente identico. Solo chi resta nel fortino per difendere le proprie rendite di posizione può rimanere cieco e sordo di fronte a questi dati. Per questo ci rivolgiamo alle forze politiche e sociali: serve una inversione ad U dove il pubblico torni ad essere protagonista dei propri beni e che imponga modelli di economia più sostenibili socialmente, non più legati al marmo".