
Blitz nel Massese: il dottore aveva aperto una sala operatoria nella sua casa. Eseguiva anche anestesie locali e bruciava i rifiuti degli interventi in giardino.
MONTIGNOSO (Massa)Operava i suoi pazienti in uno studio abusivo, eseguiva persino anestesie totali, praticava medicina estetica senza alcun rispetto dell’igiene e con l’ausilio della compagna che nemmeno era abilitata e poi bruciava nel giardino di casa i rifiuti dell’attività. Aveva anche un rapporto di convenzione con l’Asl. E’ stato arrestato ieri all’alba un medico a Montignoso. Un blitz della Guardia di finanza ieri mattina ha messo le manette a un sanitatrio che aveva aperto una sorta di sala operatoria nell’ambulatorio abusivo di casa.
Le fiamme gialle apuane, con i militari della sezione operativa navale di Marina di Carrara, nell’ambito di un’articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura, hanno eseguito una misura cautelare della custodia in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Massa, nei confronti di un medico. L’attività investigativa eseguita, che dovrà essere confermata dai giudici nelle ulteriori fasi del procedimento penale, oltre a portare alla luce una pluralità di illeciti che avrebbe commesso il medico indagato, ha permesso di porre sotto sequestro, un ambulatorio medico abusivo, allestito all’interno dell’abitazione del dottore legato, tra l’altro da un rapporto convenzionale all’Asl. All’interno dell’ambulatorio abusivo, dove era stata allestita una sala operatoria in pessime condizioni igienico-sanitarie, con l’assistenza della propria compagna, oltre a svolgere prestazioni di medicina estetica, il medico avrebbe effettuato anche invasivi trattamenti di chirurgia plastica, usando anestetici in via endovenosa. Quest’ultima attività veniva svolta in assenza della necessaria abilitazione e in un luogo privo dei presidi sanitari idonei per affrontare eventuali complicazioni. In particolare, il medico, in assenza di ogni abilitazione, e senza alcun consenso firmato sottoponeva i pazienti ad anestesia totale, con sedazione profonda, anche per eseguire banali interventi come iniezioni di botulino. Agli atti delle indagini risulterebbero in particolare due episodi in cui, a seguito di complicanze insorte, una paziente è stata intubata e l’altra ha riportato una gravissima infezione dopo una liposuzione.
Sia al sanitario che alla compagna è stato contestato il delitto di concorso in esercizio abusivo di professione. A carico del professionista, inoltre, sarebbero stati documentati diversi episodi di peculato e truffa aggravata ai danni dello Sstato, riferiti alla presenza di oltre 200 farmaci che avrebbe sottratto all’ospedale. Inoltre, lo stesso, in molte occasioni si sarebbe assentato ingiustificatamente, durante il servizio prestato all’Asl utilizzando anche l’automedica. Il medico, come se non bastasse, era solito incenerire, nel proprio giardino di casa, i rifiuti derivanti dall’attività sanitaria definiti ’pericolosi assoluti’: confezioni di medicinali, flaconi, siringhe, garze, aghi. Sullla questione sta indagando l’Arpat. Il procedimento penale – specificano dalla Guardia di finanza – è nella fase delle indagini preliminari e, per il principio di presunzione di innocenza, la responsabilità della persona sottoposta ad indagini sarà definitivamente accertata solo laddove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.
R. M.