Ecco l’ambulanza per soccorrere gli alpinisti

E’ stata ideata da un team massese

L’ambulanza realizzata da Emmerent e Vecoflar

L’ambulanza realizzata da Emmerent e Vecoflar

Massa, 20 ottobre 2018 - Sicurezza in primo piano, anche nei mezzi di soccorso. L’ambulanza più sicura per operatori e pazienti? E’ stata ideata da un team massese di specialisti ed è stata presentata in questi giorni a una manifestazione del settore a Brescia dove ha riscosso consenso e un encomio. L’ambulanza più sicura nel panorama nazionale è stata battezzata dall’azienda Vecotras e dal gruppo EmmeRent, con sede sulla Aurelia, e si chiama proprio «Sicura» . Ma cos’ha di particolare questo mezzo che per le sue caratteristiche è all’avanguardia nel settore dell’emergenza?

L’ambulanza «Sicura» è fornita di nuove attrezzature di alpinismo che possono essere utilizzate dai soccorritori qualora intervengano su un soccorso particolare in attesa dell’intervento dei vigili del fuoco. Qualcosa di molto utile nelle zone di montagna come la nostra per la presenza delle Apuane e anche dell’Appennino in Lunigiana. Il team di specialisti che ha ideato la sicurezza del mezzo è anche autorizzato a fare dei corsi di formazione agli operatori dell’ambulanza secondo le linee guida della Regione Toscana.

Alle attrezzature per alpinismo si aggiungono altre importanti caratteristiche: il mezzo ha una barella elettrica e un sistema di imbracatura per gli operatori che in qualsiasi circostanza o scenario di intervento possono restare in piedi e soccorrere il paziente in modo più sicuro ed efficiente. «Ma la novità forse più significativa – spiega Mirco Bertelloni, direttore generale di EmmeRent – riguarda il sistema di telecamere interno ed esterno dell’ambulanza che permette una maggiore sicurezza per operatori e pazienti nel rispetto della normativa».

Infine l’ambulanza ha una gestione dati brevettato. «Sicura» dà maggiori garanzie agli operatori, che sempre più spesso sono vittime di aggressioni e violenze, e ai pazienti. Una ambulanza all’avanguardia «made in Massa».

maria nudi