Alluvione: presero aiuti senza titolo, più di 40 a giudizio

Processo a carico di alcuni residenti della zona rossa

Alluvione

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Carrara, 16 ottobre 2018 - Presero il contributo per gli alluvionati, senza averne diritto: una quarantina i rinviati a giudizio. Ieri si è tenuto in tribunale, davanti al giudice Ermanno Di Mattia, uno dei processi a carico dei residenti della zona rossa di Marina che dopo l’alluvione del 2014, che mise in ginocchio la nostra città, chiesero e ottennero il contributo regionale di 5mila euro. Si tratta, lo ricordiamo, dei fondi straordinari per le famiglie che furono messi a disposizione dal governatore Enrico Rossi con il decreto 70, l’indomani del terribile nubifragio. A palazzo civico arrivarono 566 domande che entro lo stesso 20 dicembre vennero tutte soddisfatte in base a una autocertificazione del richiedente che doveva attestare il requisito di abitazione abituale e stabile e l’indicazione Isee sotto i 36mila euro. Visto che si trattava di un provvedimento di urgenza, che doveva consentire alle famiglie che avevano perso tutto, di trascorrere un Natale meno amaro, soltanto dopo l’erogazione gli uffici comunali attuarono le verifiche e scoprirono incongruenze sulle autocertificazioni.

Da qui l’allora dirigente dei Servizi Sociali, Daniela Tommasini, inviò, anche confortata da esposti e segnalazioni di vicini di casa dei «furbetti», una dettagliata relazione alla procura che avviò le indagini, svolte dai carabinieri e dalla Guardia di finanza, e chiese e ottenne il rinvio a giudizio per più di 40 «falsi alluvionati». Gli imputati dovranno tutti rispondere di «indebita percezione di erogazione ai danni dello Stato» , delitto 316 ter del codice penale. Nel processo il Comune, in quanto parte lesa, si è costituito parte civile pretendendo la restituzione dei soldi. Di fatto fra i processati persone che hanno dichiarato di abitare nella zona rossa e che risultavano residenti altrove, qualcuno addirittura stava alla Casa di riposo, e altri che non avevano l’Isee sopra i 36 mila euro. Adesso il maxi processo contro un reato che, seppure di non grave entità economica, moralmente si pone come vergognoso, in un momento in cui famiglie e imprese furono massacrate da un diluvio che la nostra città difficilmente potrà dimenticare.