Carrara, allarme topi in via Roma. La strada usata come wc

Il Politeama bivacco di senza tetto

Via Roma adesso vive l’invasione dei topi che proliferano dentro il Politeama

Via Roma adesso vive l’invasione dei topi che proliferano dentro il Politeama

Carrara, 11 settembre 2019 -  Calato il sipario su Con-Vivere, evento in cui la città ha mostrato il meglio di sé, riemergono le vecchie magagne. Soprattutto in via Roma dove è scattato un nuovo allarme: i topi. Il Politeama abbandonato è ormai ricettacolo di covi di roditori che potrebbero, senza un serio intervento, essere una seria minaccia all’intero quartiere.

Così i commercianti della centralissima strada hanno chiesto un intervento al Comune affinché si attivi con una seria operazione che ponga fine ai topi. Come se non bastasse, per aumentare un degrado degno della periferia di Nuova Delhi, le barriere colorate poste forse per dimenticare un cantiere che ormai è la più grande vergogna della città, servono ai senza tetto come riparo per la privacy. Dietro le paratie che celebrano il nostro marmo più bello, indumenti e resti di bivacchi di chi la notte trova riparo dietro le quinte di un teatro dell’assurdo.

E chi non dorme fra le macerie di via Roma, usa il separé come toilette: in pieno centro e a tutte le ore. Il tutto sotto lo sguardo indifferente dei passanti che sembra ormai si siano abituati a tutto. Via Roma, il salotto buono della città, versa in queste condizioni dal 2008, dopo il primo cedimento della colonna del teatro che impose le prime transenne. Poi il precipizio nel marzo del 2011 con la chiusura di tutta l’ala che dà su via Roma, che dopo il crollo dei due piani del condominio ovest, non è mai stata più aperta creando quel cantiere eterno e mai avviato che di fatto penalizza un’intera città, i suoi commercianti e i suoi abitanti. Se i cittadini sembra si siano abituati a uno spettacolo che fa parte dello skyline della città, i turisti appena scesi dal pullman in piazza Farini trasalgono alla vista di un palazzo tanto bello quanto dimenticato, in una piazza che si presenta quale pessimo biglietto da visita di una città sul baratro.

Cristina Lorenzi