"Aiutatemi a votare da casa mia Non posso muovermi per i dolori"

Il grido disperato di Giuseppe Bertoloni che trova soltanto ostacoli burocratici

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di Daniele Rosi

CARRARA

"Vorrei esercitare il diritto di voto a domicilio ma la burocrazia è troppo lenta". Inizia così l’appello di Giuseppe Bertoloni, 82enne residente a Marina in via Savonarola 4 e da qualche anno in condizione d’invalidità, costretto su una sedia a rotelle. Mancano pochi giorni alla scadenza della richiesta per voto domiciliare, disponibile fino al 5 settembre. Secondo la legge, entro quella data, l’elettore deve far pervenire all’ufficio elettorale una domanda di ammissione al voto domiciliare allegando la certificazione sanitaria di un medico dell’Asl. Una procedura che l’uomo sta provando a portare a termine da qualche settimana senza riscontri positivi. "Avrò fatto più di quaranta telefonate – racconta Bertoloni – tra Asl, Pubblica assistenza e Comune; ma nessuno ha saputo dirmi niente. All’Asl non hanno saputo dirmi il medico per la certificazione e mi hanno dato il numero della sezione invalidi dove però non risponde nessuno. All’ufficio elettorale non ho avuto risposte e anche la Pubblica assistenza dice che bisogna aspettare il rientro di chi si occupa della questione. Ogni telefonata è un rimando". Nel racconto, non nasconde la sua delusione e il timore, vista la vicinanza del 5 settembre, di non poter votare. "Mi hanno detto che potrei essere accompagnato al seggio con un ambulanza – spiega – e che verrebbero a prendermi al secondo piano. Purtroppo soffro di dolori infernali e mi è impossibile spostarmi di pochi metri. Vivo solo, non ho più la moglie e la figlia e mi faccio aiutare da un badante. Penso sia mio diritto votare da casa e gli enti preposti dovrebbero intervenire in fretta e aiutarmi".