MONICA LEONCINI
Cronaca

Ad Aulla San Caprasio è tornato nella sua abbazia

L’antica cassa reliquario in stucco, un “pezzo“ unico al mondo, venne tolta dopo l’alluvione che aveva riempito la chiesa di fango

La cassa-reliquiario che conteneva i resti di San Caprasio è tornata a casa

La cassa-reliquiario che conteneva i resti di San Caprasio è tornata a casa

Massa, 5 novembre 2019 - Sono passati otto anni, ma finalmente la cassa reliquiario in stucco che conteneva i resti di San Caprasio è tornata al suo posto. Si tratta di una cassa sigillata intorno all’anno 1050 ed è l’unico manufatto al mondo trovato integro. Alcuni giorni fa è tornata nella sistemazione suggerita dal professor Tiziano Mannoni, nell’abside dell’Abbazia di San Caprasio di Aulla. Nel 2011 era stata tolta, dopo l’alluvione, e sistemata provvisoriamente nel Museo di San Caprasio. I lavori di pulizia dell’abside si sono conclusi alla fine di ottobre, proprio alla vigilia dell’anniversario dell’alluvione cha portò acqua e fango all’interno del Museo e dell’Abbazia. Sono stati curati da Marta Colombo della Soprintendenza archeologica di Lucca. Durante il suo lavoro ha ritrovato molto fango risalente all’alluvione. Furono tanti, all’epoca, i volontari che si impegnarono nella pulizia del complesso tanto caro agli aullesi e non solo. I Lions Pontremoli Lunigiana diedero un contributo importante con il recupero degli impianti di riscaldamento, la realizzazione della postazione multimediale nel Museo, la pubblicazione di un libro dedicato alla storia dell’abbazia e del suo museo e anche di un video.

«L’area è stata sistemata dopo otto anni – racconta lo studioso Riccardo Boggi –, la zona dell’abside era ancora piena di fango; una parte era stata pulita da Rita Lanza, archeologa che aveva seguito gli scavi, ultimante ha lavorato Marta Colombo direttamente dalla Soprintendenza. Siamo felici che dopo otto anni, con la nuova Soprintendente Angela Acordon, siamo riusciti a terminare la sistemazione dell’abside. Così abbiamo potuto ricollocare nella tomba monumentale il sarcofago che conteneva le reliquie di San Caprasio. Si tratta di un sarcofago in stucco importantissimo, è l’unico esemplare conosciuto al mondo». Emozionante la sistemazione. Ma ci sono anche altri interventi in programma. «Il prossimo passo – aggiunge Boggi – sarà il ripristino dell’illuminazione. Poi ci saranno novità nell’allestimento del Museo, le pietre saranno riportate nella Sala delle pietre medievali e le formelle in marmo, tra cui quella rubata e poi ritrovata, nella sala barocca. Nel frattempo sarà aperta una finestra per vedere gli scavi dal Museo: è stato pulito il fonte battesimale del dodicesimo secolo e anche la fossa per la fusione delle campane, che risale al 1200. E’ quasi arrivata alla conclusione la stagione dei pellegrini, abbiamo quasi raggiunto quota duemila, una grande soddisfazione».

Il complesso di San Caprasio è da sempre cuore pulsante di Aulla, accoglie pellegrini e promuove eventi culturali. Nell’ottobre del 2003, durante gli scavi archeologici, era tornata alla luce una tomba monumentale contenente un prezioso reliquiario in stucco. Nel suo interno erano state trovate poche ossa di un uomo molto anziano, disposte con cura nell’aspetto di un corpo disteso, rivolto verso oriente. Gli studi antropologici e le datazioni al radiocarbonio avevano dimostrato che le ossa appartenevano a un uomo vissuto nel Quinto Secolo. Questi dati, assieme al ritrov amento di un corpo incompleto, che evidentemente era stato sepolto altrove e ricomposto solo molto tempo dopo la morte, concordava con quanto storicamente si sapeva circa la vita del Santo e il nascondimento delle reliquie, a seguito delle incursioni saracene.Valutati i risultati delle indagini scientifiche e la secolare tradizione del culto locale, il vescovo Eugenio Binini aveva riconosciuto l’autenticità delle reliquie, nominando San Caprasio patrono del tratto diocesano della Via Francigena. © RIPRODUZIONE RISERVATA