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Quando Andreucci batteva Tomba sulla neve

Il fratello del campione di rally, Carlo, grande promessa insieme alla "Bomba": fermato da un infortunio. "Ma Paolo più forte di me a sciare"

Non c’è solo un Andreucci a quattro ruote. C’è n’è anche un altro, in famiglia, con gli sci. Si tratta del fratello del pluricampione italiano Paolo, Carlo, classe 1967, che, fino a metà degli anni ‘80, sulle piste appenniniche e alpine, gareggiava alla grande. E avrebbe potuto essere, negli anni futuri, l’alter ego del suo compagno, nel Gruppo sportivo carabinieri e nelle nazionali giovanili, Alberto Tomba, se un ginocchio non gli avesse fatto un brutto scherzo, facendogli, di fatto, chiudere la carriera ad appena 20 anni.

Carlo Andreucci, come nacque la passione per lo sci?

"Furono i miei genitori, Leonardo e Loredana, appassionati della montagna, a trasmettere a me e a mio fratello Paolo la passione per lo sci. In quegli anni, poi, a Castelnuovo, si era creata un certa attenzione verso questo sport, tanto da istituire uno Sci Club con il dottor Franco Bianchini".

I primi impegni agonistici?

"A 15 anni sono stato ammesso nel Gs Carabinieri a Selva di Val Gardena e nella nazionale giovanile. Con me c’era anche Alberto Tomba. Ero forte nella combinata, andando benino su tutte le specialità, anche se mi era più confacente la discesa libera, data la mia struttura fisica abbastanza possente".

Il suo curriculum?

"In sintesi ho vinto 14 campionati toscani,3 italiani, 2 coppe Europa. Ho gareggiato una volta in Coppa del Mondo. Poi, nel momento migliore, ecco arrivare alcuni incidenti che mi hanno messo il ginocchio ko. Nonostante il divieto dei medici, qualche volta ci ho provato, ma ho capito subito che non era il caso di rischiare ulteriormente".

Oltre a Tomba, con chi si è confrontato in gara in quegli anni?

"Tra i nomi più noti, Robert Erlacher, il lussemburghese Marc Girardelli che stava con noi nel Gs Carabinieri e ci allenavamo sui ghiacciai della Marmolada e in Val Senales. Tomba ed io eravamo gli unici a parlare italiano".

Ha mai battuto Tomba?

"Sì, in tante occasioni. Alberto ha poi avuto un grande miglioramento tecnico ed agonistico intorno ai 20 anni, quando io, invece, mi sono trovato alle prese con i problemi al ginocchio. Non c’è confronto tra il Tomba che era con me e quello delle medaglie olimpiche e delle oltre 50 vittorie di Coppa del mondo. Un perfezionamento che Alberto ha voluto e raggiunto con fermezza e costanza".

Sugli sci più forte lei o Paolo?

"A livello di tecnica, mio fratello non ha confronti. E’ eccezionale e questa dote lo ha fatto eccellere anche nell’automobilismo. E’ un grande anche come allenatore, tanto che più volte lo hanno richiesto nello staff della squadra azzurra di sci. Paolo ha un fisico leggero e, in pratica, nello sci, con me non c’era gara".

Dino Magistrelli