La Lucchese ha presentato i suoi "gioielli di famiglia". Si tratta dei difensori Papini, Bartolomei e Pardini; del centrocampista Fazzi e dell’ala Nannelli. Essendo tutti e cinque Under, non solo avranno ampie possibilità di giocare, dal momento che c’è l’obbligatorietà di schierarne tre a partita, ma il loro utilizzo permetterà alla società, a fine stagione, di accedere ai contributi federali.
"Per il mio modo di vedere il calcio – ha esordito il diesse Deoma – questi ragazzi sono meglio di altri che giocano nelle Primavere di “A“ o “B“. Tutti e cinque hanno contribuito in modo straordinario a riportare la Lucchese in Lega Pro. La società ha grande fiducia in loro, perché, oltre ad essere dei calciatori di prospettiva, sono ragazzi "puliti" che hanno capito l’importanza di indossare questa maglia e sono certo che riusciranno a superare di slancio l’impatto con la serie C". Dopo l’introduzione di Deoma hanno parlato uno alla volta i ragazzi. "Io sono di Valdottavo – ha detto Bartolomei – ed è per me un onore indossare la maglia della mia città. Io mi metterò a disposizione del mister e cercherò di farmi trovare pronto in caso di necessità. Non mi preoccupa il salto di categoria. Non dovremo mollare mai come abbiamo fatto lo scorso anno". Uno dei giovani sui quali la Lucchese crede ad occhi chiusi è sicuramente Papini, autore lo scorso anno di un grande campionato: "In passato ho giocato sia come terzino sinistro che come terzino destro. A Lucca sono partito come laterale, poi sono passato a fare il difensore centrale. Ritrovarmi al fianco di Benassi è sicuramente un vantaggio. Non vedo l’ora di confrontarmi con i “grandi“, con attaccanti che hanno giocato in categoria superiore. Per noi giovani giocare in C in una piazza di prestigio come Lucca non può che dare gli stimoli giusti per dare il massimo".
Poi è stato il turno di Nannelli, l’ala per definizione: "Siamo qui in punta di piedi, ma affamati. Dobbiamo tanto al direttore ed alla società: sono stato scartato dalla Fiorentina, quindi ho voglia di rivalsa. Avanti a testa bassa, ora: sarà il mio primo campionato da professionista, un sogno che si realizza. Cosa fa la differenza? La testa, più importante delle qualità tecniche". L’unico che la serie C l’ha in qualche modo… assaporata è il lucchessimo Filippo Fazzi: "Anche l’anno scorso, per professionalità e qualità, è stato un anno da professionisti, nonostante giocassimo in D. Il mio ruolo? È abbastanza chiaro, ma mi metto a disposizione del mister".
Infine il più giovane della compagnia, il diciottenne Pardini: "L’anno scorso mi sono messo a totale disposizione del mister per ogni bisogno e sono felice di questa conferma. So che ho ancora molto lavoro da fare; questo, per me, è un punto di partenza. Un sogno giocare nella Lucchese per me che sono nato e cresciuto qui".
Chiosa finale di Deoma su Bitep: "Lui è un profilo che dal punto di vista sportivo me lo gioco in serie A, ma dal punto di vista della professionalità nemmeno in Terza categoria. Parliamo di un ragazzo perbene, ma ancora con carenze dal punto di vista caratteriale: sono convinto che può migliorare, ma ha poco tempo per dimostrarlo. Sarò io a decidere se rimarrà o no".
Emiliano Pellegrini