Investito da un’auto, il ciclista Senni salvato dal casco

Il portacolori di "Amore & Vita" si è salvato nell’impatto grazie al casco. Ha battuto il viso e la testa sull’asfalto, ma non ha riportato fratture

Manuel Senni

Manuel Senni

Lucca, 8 aprile 2021 - Salvato dal casco e, comunque, poteva andare molto peggio. L’impatto, infatti, è stato violentissimo. Il ciclista Manuel Senni, del team "Amore & Vita", da anni nel giro della Nazionale, è stato investito da una vettura, mentre si stava allenando sulle strade circostanti Savignano sul Rubicone, in Romagna.

L’atleta di Cesenatico stava percorrendo una strada dritta, quando il veicolo, che procedeva in senso contrario, ha improvvisamente svoltato, invadendo la carreggiata opposta (per entrare in un parcheggio situato a lato della strada) dove si trovava Senni, centrandolo in pieno, frontalmente. Il corridore non ha potuto fare niente per evitare la collisione. Anche perché il ciclista, che stava percorrendo il rettilineo in totale tranquillità, non immaginava quello che sarebbe accaduto.

Dopo l’urto, Senni è rotolato, prima sul cofano del mezzo e, successivamente, a terra, battendo la testa ed il viso sull’asfalto. Sono, poi, prontamente intervenuti i soccorsi che hanno trasportato il ciclista al Pronto Soccorso, dove gli sono stati applicati punti di sutura al viso e diagnosticate contusioni varie (zigomo, mandibola, spalla, ginocchia e mano). Per fortuna, niente di rotto.

"Praticamente mi trovavo su un rettilineo e, quando ho visto la macchina provenire in senso opposto, svoltarmi praticamente addosso, non ho potuto nemmeno tentare di cambiare traiettoria o provare a frenare – spiega Manuel Senni – ho impattato forte sul veicolo, centrando frontalmente il cofano e, poi, sono stato sbalzato a terra, picchiando forte la testa, la spalla ed il volto, oltre che la mano ed il ginocchio. Per fortuna il casco mi ha salvato".

La volontà di fare campagne sulla sicurezza stradale e sulla tutela degli utenti cosiddetti "deboli", pedoni e ciclisti, si scontra, poi, su situazioni di questo genere. Dopo quanto accadde al povero Scarponi, molto si è fatto, ma non basta. "Purtroppo casi di questo genere non sono più una novità – spiega il team manager Cristian Fanini – , nonostante tutto l’impegno per sensibilizzare sulla distanza di sicurezza, sulle strade c’è sempre troppa disattenzione. Ci sono persone distratte che mettono a repentaglio la loro vita e quella degli altri. Io stesso, nel 2003, fui investito con una dinamica molto simile a quella del nostro ciclista, con conseguenze ben più gravi e fui costretto a smettere di correre. Quindi voglio fare un appello affinché si rispetti chi va in bicicletta o chi cammina a bordo strada. Basta davvero poco impegno e un po’ più di pazienza per evitare di far male alla gente".