Furti e vandali: gli impianti muoiono. "Troppi gestori sono lasciati da soli"

Il presidente regionale dell’Aics, Pierluigi Ferrenti: "Dopo il lockdown conseguenze devastanti"

Pierluigi Ferrenti, al centro nella foto

Pierluigi Ferrenti, al centro nella foto

Lucca, 9 maggio 2021 - Si occupa di sport di base da una vita. Pierluigi Ferrenti già presidente provinciale dell’Aics (Associazione Italiana Cultura e Sport) ricopre ora la carica di presidente regionale. Il quadro che si delinea sull’attività sportiva è tutt’altro che confortante, a prescindere dai ripetuti atti di vandalismo che subiscono le strutture. La pandemia sta atterrando un intero settore. Un settore vitale, non solo per i riflessi economici. Un nuovo impianto è stato oggetto di vandalismi: ormai sono troppi i casi a Lucca. "Mi pare purtroppo stia diventando un’abitudine, come Aics abbiamo in gestione l’impianto di Pontetetto e abbiamo dovuto mettere impianti di allarme per fare fronte. Il paradosso è che spesso vengono colpiti impianti aperti totalmente al pubblico dove poter fare attività senza costi e che sono oggetto dell’azione di alcuni". Qual è la situazione degli impianti sportivi a Lucca? "A Lucca sono stati dati quasi tutti gli impianti in gestione a società e associazioni, ma si è lasciata tutta la manutenzione ai gestori stessi che con questi chiari di luna non sono in condizione di garantirla. Oltretutto quasi tutti gli impianti non sono a norma e l’amministrazione comunale dovrebbe fare uno sforzo per garantire risorse adeguate: le società non possono farcela da sole. E questo vale sia per i campi da calcio che per le palestre". Cosa fare? "Servirebbe, come ho già detto in passato, che si ragionasse con gli enti locali per arrivare a progetti che migliorino la situazione, gli enti, peraltro, potrebbero mettere a disposizione i loro uffici per la fase di progettazione, che molto spesso finisce per scoraggiare le società stesse". Quali effetti ha prodotto e sta producendo la pandemia sul mondo dello sport di base? "Nei giorni scorsi ho partecipato a una riunione nazionale: il numero delle realtà federate con l’Aics è calato del 30 per cento in un anno. Numeri molto importanti, resta da capire se queste associazioni sono sparite o se attendono le riaperture: non lo sappiamo. Quello che è certo è che l’attuale governo nazionale non ha fatto per ora molto, si parla di 50 milioni di euro da destinare al mondo sportivo, è un palliativo". E su chi fa attività sportiva, quali sono invece le conseguenze? "Le conseguenze sono devastanti, prima di tutto per i ragazzi, che hanno smesso di farla e che già devono fare i conti con la Dad. Su chi ha problemi, legati a malattie, le faccio il caso dei corsi che facevamo per la terza età per chi ha l’osteoporosi e che avevano portato all’aperto: è tutto fermo. Mi pare si siano sottovalutati gli effetti del blocco di un intero mondo e credo che, alla luce del fatto che non usciremo tanto presto da questa brutta esperienza, si debba rivedere almeno quello che regola lo sport al chiuso ma ancora di più all’aperto". Fabrizio Vincenti