"Vagli, appalti pilotati per 2 milioni e mezzo"

Questa l’ipotesi della Procura che ha indagato 30 persone, compresi il sindaco Lodovici e l’ex primo cittadino Mario Puglia

Migration

Ancora un’inchiesta giudiziaria, stavolta alquanto clamorosa, che vede al centro il Comune di Vagli. Iscritti a vario titolo nel registro degli indagati il sindaco in carica Giovanni Lodovici, l’ex primo cittadino e attuale vicesindaco Mario Puglia, l’assessore Mirna Pellinacci e la precedente giunta municipale, insieme all’ufficio tecnico comunale, consulenti esterni e imprenditori, nonché alcuni familiari dello stesso Puglia.

Sono trenta gli indagati nell’ambito dell’indagine diretta dal pm Salvatore Giannino per presunti appalti truccati. Per alcuni si ipotizzano l’associazione a delinquere finalizzata alle truffe, al falso ideologico, all’abuso di ufficio, alla corruzione, alla turbativa d’asta e al riciclaggio e, per un gran numero di indagati, i reati di corruzione, truffa, falso e turbativa d’asta. Nel mirino anche consulenti, periti e imprenditori del settore marmifero e di quello delle costruzioni delle province di Lucca, Massa e Reggio Emilia.

Secondo una nota della Procura "gli accertamenti svolti sinora hanno consentito di documentare l’attività degli indagati tesa — in molteplici occasioni nel corso degli anni — a provocare situazioni d’allarme eo sfruttare accadimenti naturali, amplificandone la gravità o dichiarandone falsamente l’esistenza, per giustificare l’assegnazione dei lavori di ripristino dello stato dei luoghi tramite l’affidamento in somma urgenza a imprenditori compiacenti, eludendo in tal modo le previste procedure tramite gara di appalto e gonfiando altresì il costo dei suddetti lavori ed, in altre procedure, il rilascio di concessioni in violazione di legge".

In sostanza l’ipotesi della Procura è che siano stati “inventati“ o gonfiati alcuni eventi calamitosi in modo da poter dare seguito a lavori di somma urgenza aggirando le gare di appalto e affidando i lavori stessi a ditte di amici. L’inchiesta del pm Giannino abbraccia gli ultimi cinque anni di amministrazione comunale e un importo attorno ai 2,5 milioni di euro. Sotto esame anche alcune concessioni di cave al confine con Massa, per le quali sono stati acquisiti ieri documenti anche all’Ente Regionale Parco Apuane. Nonostante le voci a riguardo, il presidente Alberto Putamorsi non risulta indagato.

L’inchiesta va avanti da circa un anno ma l’operazione di polizia giudiziaria è scattata ieri mattina in varie località dellle province di Lucca, Massa e Reggio Emilia. Oltre 100 uomini tra Carabinieri Forestali di Camporgiano (da cui è partita la notizia di reato), Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Lucca, Squadra Mobile della Questura di Lucca e Compagnia Carabinieri di Castelnuovo di Garfagnana hanno eseguito un decreto di perquisizione su più di 30 obiettivi (abitazioni, uffici pubblici e privati) alla ricerca di documenti rilevanti come ulteriori fonti di prova.

Paolo Pacini