Diamanti-beffa, fioccano le denunce. Imprenditore raggirato per 350mila euro

Aveva acquistato 8 pietre preziose. Nei guai tre funzionari di banca

Diamanti (foto di repertorio)

Diamanti (foto di repertorio)

Lucca, 25 settembre 2018 - Si allarga a macchia d’olio la vicenda delle presunte truffe con diamanti da investimento operate ai danni di clienti di alcune banche. In Procura stanno arrivando decine di denunce da Lucca e dalla Versilia, con dettagliati esposti sulle ingenti somme versate per questi «investimenti sicuri» rivelatisi quantomeno aleatori. Fra le vittime di questi presunti raggiri ci sono imprenditori, commercianti e pensionati della Lucchesia e della Versilia. A Viareggio persino due avvocati sono caduti nella «trappola» dei diamanti. E fioccano denunce e richieste di risarcimento che hanno per obiettivo anche gli stessi funzionari di banca che avevano spinto a sottoscrivere quegli investimenti.

Il caso  più eclatante che emerge adesso è quello di un imprenditore cinquantenne di Castelnuovo Garfagnana che aveva investito la bellezza di 350mila euro nell’acquisto di otto diamanti, tra il 2014 e il 2016. L’imprenditore, da anni correntista della banca, si era fidato delle rassicurazioni e dei consigli del direttore della filiale e di due funzionari che l’avevano convinto a spostare la gran parte dei propri risparmi in questi diamanti proposti dalla società IDB, definiti un investimento sicuro e con un valore destinato a crescere. Invece, aveva poi scoperto che il valore reale di quelle pietre preziose acquistate era notevolmente inferiore. Da qui la denuncia per truffa avanzata in primis nei confronti dei funzionari dell’istituto di credito che aveva fatto da tramite per l’acquisto, ottenendo appunto anche una percentuale sulla somma investita.   La denuncia, presentata ai carabinieri, è finita sul tavolo della Procura insieme ad alcune deci analoghi, anche se singolarmente meno eclatanti: somme tra i 10mila e i 50mila euro. La Procura sta indagando, ma è probabile che i vari fascicoli confluiscano nella maxi inchiesta aperta dai magistrati di Milano, per competenza territoriale. La società IDB, Intermarket Diamond Business S.p.A., ha infatti sede nel capoluogo lombardo e qui di fatto è avvenuta la stipula formale dei contratti. L’amministratore delegato della IDB, Claudio Giacobazzi, 65 anni, indagato per associazione a delinquere, circonvenzione di incapace, falso e peculato, era stato trovato morto nel maggio scorso in un hotel di Reggio Emilia.