Sotto processo l’assassino di Raluca

La uccise con una coltellata alla gola e le portò via 8.000 euro. Il 1 dicembre in Corte d’Assise, dove rischia l’ergastolo

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Sarà processato il primo dicembre davanti alla Corte d’Assise di Aosta l’assassino della povera Raluca Elena Serban, la 32enne rumena che abitava da anni con la famiglia a Lucca: alla sbarra Gabriel Falloni, l’operaio di 35 anni, arrestato il 21 aprile dalla Squadra Mobile di Aosta e reo confesso.

Il barbaro omicidio avvenne il 17 aprile in un appartamento di Aosta, dove la ragazza viveva da poco tempo. Dopo un banale diverbio nell’abitazione di lei, l’operaio la strangolò in camera da letto e poi la trascinò in bagno, colpendola con una brutale e fatale coltellata al collo, uccidendola all’istante.

Il tutto, secondo la Procura, allo scopo di portarle via i soldi che aveva messo da parte e che teneva in casa: circa 8.000 euro in contanti, più due cellulari iPhone e una borsa da ginnastica con la quale le telecamere lo immortalarono mentre si allontanava dopo il delitto.

Gabriel Falloni, da allora rinchiuso in carcere a Biella, dovrà dunque comparire davanti alla Corte d’Assise per rispondere dei reati di omicidio aggravato e rapina, visto che il tribunale ha accolto la richiesta di giudizio immediato avanzata nei giorni scorsi dalla Procura di Aosta.

Ai magistrati il 35enne, che ha precedenti penali per tentata violenza sessuale e per una rapina a due prostitute, aveva raccontato di aver reagito "a uno sfottò a sfondo sessuale" che la ragazza gli avrebbe rivolto. Una frase che avrebbe fatto scattare la molla omicida. Secondo il suo racconto, sarebbe stata Raluca a prendere in mano un coltello da cucina, minacciando di chiamare polizia e carabinieri. A quel punto lui l’avrebbe spinta a terra e colpita alla gola. Poco cambia. L’ha uccisa atrocemente e senza alcuna ragione.

Dopo il delitto, Gabriel Falloni era fuggito a Genova con i soldi trovati nell’appartamento, sbarazzandosi dei telefonini. Pensava così di farla franca, ma era stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza mentre usciva dal condominio di Raluca. Quattro giorni dopo la squadra mobile di Aosta l’aveva acciuffato.

Adesso l’operaio di origine sarda, trasferitosi in Valdaosta forse per sfuggire al suo passato, rischia l’ergastolo. Al processo saranno presenti la madre e la sorella della vittima, assistite dall’avvocato Maurizio Campo come parti civili. Chiedono giustizia, anche se nessuno potrà restituire loro l’amata Raluca, una bella ragazza di 32 anni che non sorriderà mai più.

Paolo Pacini