Sfruttamento del lavoro e truffa aggravata

Denunciati i titolari di tre cooperative edili. Tra i dipendenti due rifugiati politici senza contratto né retribuzione, ma i reati sarebbero vari

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La Guardia di Finanza, insieme all’Inps e all’Inail di Lucca, ha portato alla luce tutta una serie di illeciti commessi da tre cooperative della Garfagnana, con sede tra Barga, Gallicano e Coreglia, operanti nel settore dell’edilizia e in mano a quattro cittadini albanesi, parenti tra loro. Che alla fine delle indagini preliminari sono stati denunciati per falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, indebita percezione di erogazione a danni dello Stato, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e somministrazione di lavoro fraudolenta.

Coinvolti una cinquantina di lavoratori di nazionalità diversa: fra italiani, albanesi, marocchini ed extracomunitari. In particolare, per le tre cooperative, pare fosse abituale ricorrere ad un uso indebito del distacco di personale. In poche parole, quando un determinato appalto richiedeva la presenza di una professionalità specifica, le cooperative si “prestavano“ tra di loro la figura in questione, spostandola da una parte all’altra in base all’esigenza. In questo modo non avevano spese extra e ne traevano profitto. Una modalità che richiede specifici formalismi contrattuali che, secondo le indagini, loro disattendevano puntualmente, con violazioni in materia di somministrazione fraudolenta di lavoro. I soci lavoratori, inoltre, in realtà sarebbero veri e propri lavoratori dipendenti, legati ad un solo datore di lavoro mediante vincolo di subordinazione. Così facendo, viene meno il senso della cooperativa. Per questo le posizioni contributive di 19 soci sono state riqualificate con lo status di lavoratori subordinati.

Ma non è finita qui. Le fiamme gialle hanno scoperto che per ottenere uno sgravio sui contributi previdenziali, 18 lavoratori sarebbero iscritti ad una cassa previdenziale diversa rispetto a quella di appartenenza, omettendo così di versare oltre 316mila euro di contributi. E poi ancora due delle tre cooperative, tra marzo e luglio 2020, avrebbero chiesto e ottenuto la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria, beneficio assistenziale concesso dall’INPS a seguito dell’emergenza sanitaria, pur non avendo mai interrotto la loro attività lavorativa e quindi dichiarando un falso stato di necessità, per il quale avrebbero ottenuto oltre 70mila euro. Per ultimo, ma non per gravità, dalle indagini è emerso che due rifugiati politici, assunti come tirocinanti, avrebbero lavorato per due mesi senza contratto e senza retribuzione. Motivo per cui il datore di lavoro e l’intermediario, ovvero colui che li ha reclutati, sono stati segnalati per intermediazione ilecita e sfruttamento del lavoro.