Schianto mortale in via del Casalino. La famiglia: "Vogliamo capire com’è morto"

Dai familiari di Matteo un’istanza alla Procura: autopsia e altre indagini

Il lampione dove è avvenuto l'incidente

Il lampione dove è avvenuto l'incidente

Lucca, 20 febbraio 2019 - Vogliamo vederci chiaro, fare piena luce su quello che è successo quella notte a Matteo in via del Casalino. Non ci arrendiamo alle apparenze. Magari avrà davvero fatto tutto da solo in scooter, ma dobbiamo chiarire ogni dettaglio. Lo dobbiamo a lui, anche se nessuno potrà più ridarci quel ragazzo meraviglioso...». Parole dei familiari di Matteo Ferlenda, il quindicenne di Zone morto nella notte tra sabato e domenica in scooter contro un palo della luce, al confine tra Lunata e Capannori. Ieri il padre Angelo, la mamma Rosaria e la zia Giuseppina hanno avuto un nuovo incontro con i carabinieri per cercare di collaborare attivamente alle indagini. Su loro incarico, l’avvocato Gianluca Rossi ha presentato ieri al pm Capizzoto una richiesta di incidente probatorio per chiedere l’autopsia, il sequestro dello scooter Piaggio e l’esame di ulteriori testimoni.   In prima fila in questa sorta di inchiesta parallela c’è la zia Giuseppina Vecchio che ieri mattina ha lanciato un accorato appello su Facebook alla ricerca di eventuali testimoni dell’incidente mortale, condiviso in poche ore da oltre millequattrocento persone. Il dubbio è sempre lo stesso: c’era qualcuno vicino a Matteo quella notte oppure è stato sorpassato da un altro veicolo e spinto a terra? Se qualcuno sa qualcosa deve farsi avanti subito.    «Chiedetelo anche a figli, nipoti, parenti, i ragazzi che giocavano a pallone con lui prima che montasse sullo scooter – scrive la zia Giusy Vecchio – le persone che sono passate lì in macchina, la signora che ha parlato con mia sorella (la mamma di Matteo) al telefono avvisandola dell’incidente ci contatti. Il signore che è stato vicino a Matteo aspettando l’arrivo dell’ambulanza prenda contatti con me, il ragazzo che si è fermato e non ha avuto il coraggio di avvicinarsi a Matteo, perché poteva accusare un malore, prenda contatti con me. Ci rimane solo la voglia di sapere cosa è successo, perché Matteo non ce lo restituirà più nessuno, ma vogliamo cercare di capire cosa è successo. Aiutateci! Questo è quello che rimane di Matteo, mettetevi una mano sul cuore per piacere».   Intanto la salma del ragazzo, restituita formalmente alla famiglia lunedì mattina, è in una cella frigorifera dell’obitorio al Campo di Marte, in attesa degli sviluppi investigativi. Per questo la data dei funerali non è stata ancora fissata. Prima si cercherà di fare piena luce sull’accaduto.