Record di polveri sottili, è allarme smog

L’Arpat nel 2019 ha registrato sei giornate consecutive sopra i limiti per le micidiali Pm10. Toccata quota 144: la peggiore da quattro anni

Misure anti-smog

Misure anti-smog

Lucca, 8 gennaio 2019 - Un record poco invidiabile questo 2019 l’ha già realizzato. Nei primi sei giorni dell’anno, infatti, sono stati registrati dalle centraline Arpat valori di polveri sottili sempre superiori al limite di legge, fissato a 50 microgrammi per metro cubo, con una punta record di ben 144 nella giornata di domenica 6 gennaio, la più alta di tutta la Toscana. Per trovare un livello di smog più elevato di questo in Lucchesia, occorre tornare indietro di ben quattro anni, fino ai 150 microgrammi di Pm10 registrati il 7 gennaio 2015. Va anche evidenziato che i superamenti stanno abdando avanti da ben dodici giorni consecutivi e le previsioni non sono ottimistiche. 

Insomma, l’aria che respiriamo è davvero pessima da troppo tempo almeno per quanto riguarda le polveri sottili (valori alle stelle di 144 microgrammi anche per le micidiali Pm 2.5), e non sembra minimamente influenzata dalle varie ordinanze dei Comuni in materia di veicoli inquinanti e accensione di caminetti a legna. Vuoi perché praticamente nessuno le fa davvero rispettare, vuoi perché si tratta di palliativi poco efficaci in ogni caso.

Il tema dello smog resta purtroppo un ritornello un po’ logoro da diversi anni. Nel corso del 2018 sono state ben 40 le giornate in cui si sono superati i limiti fatidici dei 50 microgrammi di Pm10, concentrate come sempre nei periodi autunnali e invernali. Già sei su sei gli sforamenti in questo inizio del 2019. 

La centralina Arpat di riferimento per la rete regionale è quella di via Piaggia a Capannori, ma la qualità dell’aria è piuttosto scadente ovunque: anche la centralina nel centro storico, in San Micheletto, ha segnato domenica ben 104 microgrammi, mentre a San Concordio nella stessa giornata il valore si è fermato a 93.

«Il punto chiave – spiegano all’ufficio stampa regionale dell’Arpat – in queste giornate è l’inversione termica. Si assiste a un fenomeno particolare che vede temperature più elevate nelle fasce più alte dell’atmosfera e temperature più fredde al suolo. C’è una sorta di tappo che blocca a terra le sostanze inquinanti. Questo fa schizzare i valori di micropolveri, perché non si disperdono. Chiaramente un fenomeno che è legato anche all’utilizzo degli impianti di riscaldamento in queste giornate molto fredde». Insomma, ogni giorno respiriamo veleni. Ma è un tema che appassiona poco e non sembra scaldare più di tanto gli animi.

La maglia nera in fatto di smog? Colpa anche dei caminetti a legna. «I caminetti tradizionali – sottolinea l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni – ancorché adorabile elemento di grande romanticismo, sono purtroppo una fonte primaria di Pm10, perché non hanno filtri. Se brucio biomassa in determinati contesti con criticità sulla dispersione di queste polveri sottili, è chiaro che l’impatto è notevole»