Per fare una storia ci vuole Puccini. Le sperimentazioni in musica

Sorprendente viaggio immersivo, dall’ascolto delle arie del Maestro a un racconto tutto nostro. SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO NOTTOLINI DI LAMMARI.

In occasione del centenario della morte di Giacomo Puccini avvenuta nel novembre del 1924,

quest’anno la nostra scuola ha organizzato alcune attività legate alla musica del grande

compositore lucchese, tra le altre cose omaggiandolo a suon di flauto in Corte San Lorenzo dove si

trova la sua casa natale. In particolare, in questi mesi abbiamo ascoltato e suonato dei brani tratti

da alcune delle sue opere più importanti e conosciute, molte delle quali ambientate in paesaggi

esotici: il Giappone della Madama Butterfly e la Cina di Turandot; altre in Europa, ad esempio la

Parigi gelida e grigia di Mimì della Bohème. Opere con trame emozionanti e avvincenti, come

quella di Gianni Schicchi e Turandot della quale abbiamo imparato a suonare con il flauto Là sui

monti dell’Est e Nessun dorma, e molte altre arie ancora.

Ci è piaciuto allenarci a riconoscere gli elementi che in una musica rimandano all’oriente, come il gong e l’utilizzo di una scala di cinque note anziché di sette come la nostra; a scoprire gli strumenti utilizzati, alcuni dei quali vengono

studiati anche nel nostro Istituto che è ad indirizzo musicale; a capire l’andamento del brano…

anche se questo è più difficile!

La grande sfida per noi studenti è arrivata quando ci è stata introdotta un’opera scritta dal

Maestro nel 1883 e presentata per la prima volta a Milano nello stesso anno al Regio

Conservatorio di Musica. Si tratta del Capriccio sinfonico, un componimento per orchestra di poco

più di 12 minuti unicamente da ascoltare e senza un libretto con trama.

L’insegnante di musica ci

ha spiegato che un’opera lirica nasce dalla storia alla quale viene poi abbinato il componimento

musicale. In questo caso invece ci è stato richiesto il contrario, ovvero di partire dall’ascolto della

musica e delle nostre emozioni per arrivare alla fine a dar vita ad un racconto tutto nostro.

Quello che ci è stato proposto è stato di ascoltare ad occhi chiusi e concentrati in aula

multimediale, ognuno in autonomia e indossando le cuffie, tutto il componimento tenendo

presenti alcune domande stimolo preparate dalla docente.

Dopo un primo momento di incertezza, ognuno di noi (attivando bene tutti i sensi!) ha iniziato a

prendere nota sul proprio quaderno e già alla fine del primo ascolto è stato interessante scoprire

la potenza della musica come mezzo di comunicazione capace di fare arrivare immagini, emozioni,

messaggi e quello che ancor di più è importante è che per tutti il brano fino ad allora sconosciuto è

diventato qualcosa di comprensibile e familiare.