Addio al giornalista Oriano de Ranieri

Aveva 74 anni. Una carriera iniziata nel 1976 all’Avvenire e poi alla Nazione. I funerali mercoledì alle ore 10 a Santa Maria del Giudice

Oriano de Ranieri si è spento all’ospedale San Luca

Oriano de Ranieri si è spento all’ospedale San Luca

Lucca, 20 giugno 2022 - ​Ci sono notizie che mai vorremmo scrivere. Mai e poi mai. E’ morto ieri all’ospedale San Luca, dove era ricoverato per alcuni accertamenti, il nostro collega e amico Oriano de Ranieri. Aveva 74 anni e da tempo era in pensione, dopo una lunga e piacevole carriera giornalistica prima all’Avvenire dal 1976, poi alla Nazione, dove era stato vice caposervizio della redazione di Lucca. Lascia nel dolore la sorella Annamaria e i nipoti Lucia e Luca. E lascia addolorati, sorpresi e commossi anche amici e colleghi. I funerali si terranno mercoledì 22 giugno alle ore 10 nella chiesa parrocchiale di Santa Maria del Giudice.

Oriano viveva da sempre nel suo amato paese, Santa Maria del Giudice, che in passato aveva lasciato solo temporaneamente per seguire la sua passione per il giornalismo, a Milano e Roma. Era sempre tornato lì, in quella casa dove voleva stare vicino alla madre, cui era legatissimo.

Era un giornalista vecchio stile, come lui stesso amava definirsi, proveniente da un mondo quasi scomparso ormai che dava enorme importanza alla cultura e alla musica. Nipote dell’arcivescovo monsignor Martino Giusti, prefetto emerito dell’Archivio Vaticano, aveva una formazione profondamente religiosa e in gioventù aveva anche frequentato il seminario.

Oriano era un grande amante della lirica e in particolare di Giacomo Puccini, tanto che negli ultimi anni aveva dedicato alla figura del Maestro alcuni libri molto interessanti (alcuni come “Puccini e le donne. La famiglia, gli amori, la musica“ anche con l’amico e collega Mauro Lubrani) nei quali aveva messo in luce aspetti poco noti ai più. Tra questi in particolare il volume “La religiosità in Puccini. La fede nelle opere del maestro“, cui teneva molto. Era stato legato a lungo anche da una solida amicizia con la nipote Simonetta Puccini, che gli riconosceva una grande e seria capacità di analisi e di ricerca, tanto da metterlo al corrente di piccoli e grandi segreti del Maestro.

Anche se era da anni in pensione, Oriano continuava a scrivere e a segnalare puntualmente notizie al nostro giornale, perché quella passione non si era mai spenta e il suo amore per la carta stampata era davvero senza fine. Gli piaceva essere ancora un punto di riferimento per il suo paese di Santa Maria del Giudice e anche per alcuni ambienti culturali. Lo faceva sempre con quel suo modo ironico e un po’ sornione, in punta di piedi e in punta di penna.

Ogni tanto compariva ancora in redazione, qui in piazza del Giglio, con la sua aria serena e la battuta sempre pronta, per annunciare un intervento su questo o quel problema, oppure una nuova ricerca sulle tracce di Puccini. Gli piaceva anche restare aggiornato sui fatti della città e sugli avvenimenti politici, sempre pronto a carpire qualche retroscena gustoso.

La sua era una curiosità genuina, innata, la molla che lo spingeva a leggere e a scrivere senza sosta. Uno spirito di osservazione e una capacità di analisi che ha cercato di trasmettere anche ai colleghi più giovani incontrati negli anni in redazione. E di questo ognuno di noi gli è grato. Ciao Oriano.