L’Autorità di bacino cerca laureati in ingegneria, geologia e biologia

Servizio civile, 15 posti per un anno con l'ambiente

Ingegneri

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Lucca, 14 maggio 2015 - Il servizio civile nazionale isul fronte della difesa del suolo. E’ stato raggiunto un accordo tra il Ministero dell’ambiente e l’Autorità di bacino del fiume Serchio per l’impiego di 15 giovani neolaureati e diplomati. I giovani saranno impiegati presso la sede dell’ente, a Lucca, nelle attività relative alla difesa dal rischio idrogeologico e nello specifico sui fronti delle frane e delle alluvioni, alla tutela dei corpi idrici, alla salvaguardia dei sistemi fluviali, costieri e alla manutenzione dei corsi d’acqua. Tali attività, oggetto dei piani di assetto idrogeologico e di gestione delle acque e del rischio alluvione, sono già ampiamente sviluppate da parte dell’Autorità di bacino, che effettuerà la selezione dei candidati e dovrà fornire una formazione generale sul servizio civile nazionale e sulle principali normative nazionali e comunitarie in ambito ambientale e di difesa del suolo. Inoltre, integrandosi con il personale tecnico già presente nell’ente, i giovani avranno la possibilità di formarsi su tematiche specialistiche in materia.    Nello specifico l’Autorità di bacino ha richiesto e ottenuto dal Ministero 9 laureati in ingegneria ambientale/civile/idraulica, 2 laureati in geologia, 1 laureato in biologia, 1 laureato in scienze economiche e 2 geometri/topografi. Il bando integrale sarà pubblicato a breve dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Come è noto, il servizio civile dura 12 mesi, è rivolto a giovani di cittadinanza italiana di età compresa tra 18 e 28 anni e prevede un compenso di 433 euro al mese.   L’Autorità di bacino pilota del fiume Serchio venne istituita in attuazione dell’articolo 30 della legge 183/89 che dettava le norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo e che prevedeva l’individuazione di un bacino regionale in cui, per le particolari condizioni di dissesto idrogeologico, di rischio sismico, di inquinamento delle acque, procedere alla predisposizione del piano di bacino, previsto dalla stessa legge, sperimentando in tale sede le prime formulazioni delle normative tecniche, dei metodi e dei criteri indicati dalla legge per la formazione del piano e delle modalità di coordinamento con gli altri piani settoriali inerenti la difesa del suolo e la difesa delle acque.