“La generosa“ un nuovo sonetto di Alessandro Meschi

L'articolo descrive un incontro con una donna elegante e affascinante che passeggia con il suo bambino. L'autore e il suo amico osservano la scena con ammirazione, notando i dettagli della sua bellezza e gestualità. La presenza del bambino aggiunge un tocco di dolcezza e tenerezza alla scena.

LA GENEROSA

Le’ t’arivava ‘ol su’ passeggino,/ per ve’ttempi vestita fori moda,/ con vel su’ striminzito taierino, /vistosa ‘ome Giunone, e bella soda.

Noi s’aveva vent’anni, e sulle mura / si parcheggiava per anda’ ‘n città; / ma a vedella passa’, ‘on vell’andatura, / ci s’andava, eccitati, ad apposta’.

Io e ‘l mi’ amico, sul poggio, pronti ‘n posa, / le’ a sede’ sulla solita panchina, / tra ‘l verde, al baluardo della rosa, / e noi a mira’ vella vision divina.

Se ‘l figliolo, beato, ni dormiva,/

le’ cominciava ‘on gli accavallamenti. / Leggeva seria, e vel che ci esibiva / era a ddi’ pogo fisime e tormenti.

Ma se l’aveva ‘n braccio… si moriva. / Ni facea ‘l cavallin, e co‘mmovimenti / ogni su’ bella ‘osa si scopriva.

Perfino i‘ssu segreti paramenti:/

e la mutanda tutta n’appariva, /

a cingeni ve’ffianchi dirompenti./ E vando po’ s’alzava e ripartiva, / co’ nnoi a fissalla ‘ome du’ dementi, / pareva ‘e ci lanciasse, ma furtiva, / vell’occhiatina. Che ci tramortiva.

Alessandro Meschi