«L’antico jutificio rischia di crollare E’ un pezzo della nostra storia»

L’appello di uno studioso per l’edificio di Ponte a Moriano del 1880

Un torrione dello jutificio Balestrieri

Un torrione dello jutificio Balestrieri

Lucca, 19 marzo 2018 -Va in malora l’ex jutificio di Ponte a Moriano. A sottolinearlo è Francesco Petrini, studioso e amministratore del gruppo Facebook dei «Custodi della Città per gli Stati Generali sulla Cultura», che si batte per la salvaguardia del patrimonio culturale lucchese. Il suo è l’ennesimo appello rimasto finora inascoltato.

«Ho pubblicato alcune foto – scrive Francesco Petrini – scattate tempo fa. Una è di un anno fa e rappresenta uno dei due torrioni di ingresso dell’ex Jutificio Emanuele Balestreri, inaugurato nel 1880 a Ponte a Moriano. Da oltre cinque anni ho segnalato, con una ricca documentazione, la situazione di abbandono e degrado di questa fabbrica che segnò l’inizio del processo di industrializzazione di Lucchesia. E’, con il vicino ex Linificio Canapificio (1890), un importante monumento di archeologia industriale».

«Dalla Soprintendenza per i beni architettonici e il patrimonio storico, artistico di Lucca che ricevette appunto la mia segnalazione – aggiunge Petrini – non ho avuto alcuna risposta alla mia lettera protocollata nel settembre 2013. Il Comune di Lucca, sempre su mia pressante richiesta, collocò un cartello indicatore: che almeno si sapesse della precaria esistenza di questo Bene culturale!».

«Adesso – evidenzia Petrini – aspettiamo il crollo del torrione e la cancellazione della memoria del lavoro e della cultura di generazioni di operai e soprattutto operaie (nel tessile la manodopera femminile era preponderante) molti dei quali vivevano nel villaggio operaio costruito intorno alla fabbrica? Il Piano operativo che, a quanto pare, sta decollando si occuperà anche di queste situazioni?».

«Sto collaborando col Consorzio di Bonifica Toscana Nord per il Pubblico Condotto (dove posizioneremo quanto prima 6 pannelli) nell’ambito di un pluriennale tentativo di qualificazione del territorio delle storiche Sei Miglia attraversate appunto dal condotto. Ma purtroppo devo ancora confrontarmi con l’indifferenza delle istituzioni».